Un progetto europeo quinquennale dal titolo “Investigating Mechanisms and Models Predictive of Accessibility of Therapeutics (IM2PACT) Into the Brain”, che vede partecipe anche l’Università italiana di Modena e Reggio Emilia, si propone di promuovere studi per l’attraversamento della Barriera Emato-Encefalica per individuare sistemi di veicolazione innovativi per il trasporto al cervello di prodotti biofarmaceutici (peptidi, anticorpi, ecc.) e di identificare nuovi bersagli farmacologici per la terapia della malattia di Alzheimer, della Sclerosi Multipla e di Malattie metaboliche.
L’iniziativa, finanziata con circa 18 milioni di euro rientra tra le attività dell’<Innovative Medicines Initiative 2”> (IMI2), un consorzio pubblico-privato sostenuto dall’Unione Europea (UE) e della Federazione Europea delle industrie e associazioni farmaceutiche (EFPIA) che, nell’ambito del programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione, finanzia studi in aree biomediche e terapeutiche, mediante la collaborazione tra aziende biofarmaceutiche ed enti regolatori, università ed associazioni di pazienti.
Il progetto, coordinato dall’Università di Oxford (Regno Unito), si basa sulla cooperazione tra 28 differenti partners di 15 diversi paesi europei, tra cui, oltre ad Unimore, le università di Uppsala (Svezia), di Copenaghen (Danimarca), di Heidelberg (Germania), di Vienna (Austria), di Cardiff (Regno Unito), ecc.., ed industrie farmaceutiche di rilevanza mondiale come Pfizer, Sanofi, Novartis, Novo Nordisk e Janssen.
In particolare, il gruppo di ricercatori dell’Ateneo modenese-reggiano, composto dal prof. Giovanni Tosi assieme ai professori Barbara Ruozi, Flavio Forni e Maria Angela Vandelli del Dipartimento di Scienze della Vita, avrà il compito di interessarsi dello sviluppo di strategie alternative per la veicolazione tramite il laboratorio di Nanomedicina (NanoTech, TeFarTI), che da anni si occupa di veicolazione e direzionamento di farmaci al Sistema Nervoso Centrale.
Tale partecipazione si inserisce inoltre nelle strategie di internazionalizzazione di Ateneo per lo sviluppo di network internazionali, anche tramite la piattaforma di Nanomedicina da circa un anno attiva nella nostra Università.
“Sono ovviamente molto soddisfatto di questo risultato – dichiara il prof. Giovanni Tosi, coordinatore del progetto e responsabile scientifico della piattaforma di Nanomedicina di Unimore – che premia lo sforzo di tutti noi ricercatori del Te.Far.T.I. e le ricerche in Nanomedicina della nostra Università. La partecipazione al progetto amplierà inoltre le possibilità di collaborazione per la rete di UNIMORE nello scenario accademico ed industriale internazionale nel campo delle patologie del Sistema Nervoso Centrale, quali ad esempio la malattia di Alzheimer”.
Giovanni Tosi, nato a Bologna, classe 1977, si è laureato nel 2002 nel corso di laurea magistrale in Farmacia. Ha conseguito nel 2005 il Dottorato in Scienze Farmaceutiche presso Unimore. Sempre nello stesso anno diventa ricercatore accademico in Tecnologia Farmaceutica presso Unimore e nel 2015 professore associato, conseguendo nel 2017 l’idoneità scientifica nazionale per professore ordinario. È autore o coautore di più di 100 pubblicazioni su riviste internazionali e ha presentato oltre 200 comunicazioni (orali, su invito o poster) a congressi internazionali e nazionali. I suoi lavori in nanomedicina per il direzionamento di farmaci al Sistema Nervoso Centrale hanno ricevuto numerosi premi e awards nazionali ed internazionali. Principal Investigator di programmi di ricerca, specialmente incentrati sull’applicazione di nanomedicina a disturbi neurodegenerativi e neurometabolici sostenuti da Agenzie Italiane e Internazionali per la Ricerca e le Fondazioni Europee (Malattia Rara, Huntington Diseases), in collaborazione con un’ampia rete di scienziati italiani e stranieri. E’ referee per riviste internazionali in nanotecnologia e della nanomedicina. È inoltre membro della commissione per la Ricerca di Unimore e delegato scientifico per Unimore all’interno della Piattaforma Tecnologica Europea per la Nanomedicina. L’attività di ricerca si basa sullo sviluppo di sistemi lipidici e polimerici per il targeting di farmaci a tessuti o cellule malate, con particolare attenzione per il direzionamento di farmaci al Sistema Nervoso Centrale, utilizzando vettori nanoparticellari.