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Cgil Modena ricorda il sacrificio di Ernesto Cattani per i diritti del lavoro e dei lavoratori

Nel 47° anniversario della morte di Ernesto Cattani, segretario della Camera del Lavoro di Campogalliano negli Anni Sessanta, la Cgil di Modena ricorda il suo impegno e la sua dedizione nel supportare ed organizzare le lotte dei braccianti per i diritti e per il rinnovo del contratto. Fu proprio al culmine dell’aspra vertenza per il rinnovo del contratto provinciale dei braccianti che il 3 agosto 1971 Ernesto Cattani venne aggredito e ucciso, a soli 51 anni, da un agrario del luogo.

Due anni fa, il 3 agosto 2016, la Cgil di Modena ha voluto porre una stele commemorativa a ricordo del sacrificio di Cattani per i diritti del lavoro e dei lavoratori. La stele progettata dagli architetti Marco Formisano e Valeria Ronzoni, è collocata nella campagna di Campogalliano su via Rubiera/angolo via Albone a Campogalliano (in foto).

La tragica fine di Ernesto Cattani si inserisce nella vertenza per il rinnovo del contratto provinciale dei braccianti che nei mesi estivi del 1971 si scontra con la dura intransigenza degli agrari emiliani, ma anche di altre regioni, che reagiscono agli scioperi proclamati nel luglio di quell’anno con intimidazioni, minacce, ricostituzione di “squadre fasciste”.
Il clima è teso, episodi simili si verificano nelle campagne di Ravarino, Cavezzo e Bomporto e Villavara e Campogalliano.
Per il 4 e 5 agosto viene proclamato un nuovo sciopero di 48 ore. Il 3 agosto Cattani a bordo della sua auto Fiat 500 percorre le strade di campagna e invita con il megafono i lavoratori agricoli a partecipare. In uno stradello che porta all’azienda agricola dell’agrario, il sindacalista incrocia il figlio che lo tira fuori dall’auto e lo prende a pugni. Cattani riesce a ripartire, percorre poche centinaia di metri, ma muore prima che possa essere soccorso.
Forte sdegno e condanna per la brutale morte del sindacalista vengono espressi nei giorni successivi da forze sindacali e partiti della sinistra. La morte di Cattani è oggetto anche di interrogazioni parlamentari che stigmatizzano il clima di violenze instaurato dalle associazioni degli agrari durante la vertenza. Segue una lunga e controversa vicenda medico-legale e giudiziaria nel corso degli Anni Settanta che alla fine giunge comunque al riconoscimento della colpevolezza e alla condanna dell’agrario.
A pochi giorni dalla morte di Cattani, e dopo lo sciopero generale dei braccianti proclamato per il pomeriggio del 5 agosto, si giunge rapidamente alla conclusione della vertenza per il contratto provinciale dei braccianti: una vertenza durata 45 giorni e costata 10 giorni di sciopero differenziato. Anche nelle altre province si rinnovano i contratti, con il riconoscimento ai lavoratori agricoli del diritto di contrattare i piani colturali, superare il lavoro a giornata, istituire il minimo salariale nazionale, riconoscere la presenza del sindacato in azienda.

















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