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Modena: Fiva e Anva rispondono al presidente Consorzio del Mercato

“Ci lascia perplessi il j’accuse di Guido Sirri, presidente del Consorzio del Mercato, nei nostri confronti, anche perché appare chiaro come Sirri stesso faccia confusione tra il ruolo di gestione del mercato e quello di rappresentanza sindacale degli interessi degli ambulanti, messi in grande difficoltà dallo scadimento qualitativo in cui è scivolato negli ultimi anni la storica realtà mercatale di Modena”. Questo premettono Fiva-Confcommercio e Anva-Confesercenti in risposta alle parole di Guido Sirri.

“Noi lavoriamo da anni per restituire qualità al mercato e futuro agli ambulanti – continuano le due associazioni – e denunciamo da tempo l’annoso problema della merce usata, posta in vendita come fosse nuova, rispetto alla quale altri mercati, come quello di Bologna hanno posto rimedio, vietandone la vendita se non in un’area dedicata, ma di fatto fuori dal circuito del mercato”.

“Denunciare i problemi del mercato – proseguono Anva e Fiva – non significa certo mettere in discussione il Consorzio, come strumento di gestione, previsto da una normativa regionale da noi peraltro fortemente voluta: ma il consorzio, se vuole fare il bene dei propri consorziati e del mercato, deve occuparsi dei compiti gestionali previsti dalla normativa stessa ed evitare di allargare il proprio ambito di attività ad un campo, come quello della tutela degli operatori affidato alle associazioni di categoria”.

“E’ poi falso – precisano le due sigle – che non avremmo dato la nostra disponibilità a confrontarci con l’Amministrazione Comunale: le nostro proposte sono agli atti a testimonianza del fatto che non ci siamo mai sottratti al confronto con il Comune, a cui però chiediamo da tempo un ruolo più attivo per fare sintesi e mettere in atto un piano di azioni per il rilancio del mercato”.

“I problemi sono tutti gli occhi di tutti – concludono Fiva e Anva – e avere un atteggiamento negazionista non aiuta a restituire futuro al Mercato, tra i cui operatori serpeggiano malcontento e sfiducia crescente, tradottosi in un calo di quasi il 30% di iscritti al Consorzio negli ultimi dieci anni”.

















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