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Riprendono gli scavi archeologici alla pieve e al castello di Toano

Lunedì (6 agosto) riprenderanno gli scavi archeologici alla pieve di Santa Maria in Castello, che avranno la durata di due settimane. “E’ un’iniziativa di notevole importanza – rileva Vittorina Canovi, assessore alla cultura – che fa seguito alla campagna della scorsa estate, il cui successo ci ha spinti a proseguire in nuove ricerche sul campo per fare ulteriore luce sulla storia del nostro territorio, con particolare riferimento al castello scomparso e alla chiesa romanica che è giunta fino a noi, seppur tra tante vicissitudini, e che un tempo ne faceva parte”.

La nuova indagine “sarà sempre condotta – continua l’assessore Canovi – dall’Università di Bologna, Dipartimento di storia culture civiltà, sotto la guida del professor Nicola Mancassola, archeologo ed esperto medievista, in accordo con Ufficio diocesano per i beni culturali, diretto da monsignor Tiziano Ghirelli e con la Parrocchia del capoluogo, nonché con il supporto e il finanziamento del Comune, della ‘Antica fabriceria’, di Panaria Group e di altri soggetti privati. Ringraziamo inoltre il Coro matildico Valdolo, che offrirà alloggio agli archeologi e ai volontari”.

Il programma prevede “da un lato – spiega Nicola Mancassola – la prosecuzione dello scavo all’esterno dell’abside della pieve, con l’obiettivo di indagare le fasi medievali della chiesa e poter determinare, attraverso lo studio delle sepolture presenti in quell’area, il primo periodo di frequentazione del colle a scopi religiosi. Parallelamente si procederà nella valutazione del deposito archeologico in nuovi settori della sommità, in particolare nel grande spiazzo a nord dell’area perimetrale settentrionale del luogo di culto ed eventualmente nei pressi della facciata dello stesso. In tal modo sarà possibile avere un’idea di come fosse articolata quella porzione del castello, di cui allo stato attuale delle ricerche non si conosce nulla”.

Sottolinea poi il docente universitario: “Una parte dei ricercatori procederà infine nel rilievo e nello studio analitico degli alzati della pieve, in modo da porre in evidenza le varie fasi costruttive, dall’età medievale a quella moderna, e definire così con precisione i settori ricostruiti dall’architetto Baldini a partire dal secondo dopoguerra quando la chiesa, in abbandono e fortemente danneggiata, venne restaurata e ripristinata nella forma attuale”.

L’Amministrazione comunale “è grata al professor Mancassola, alla sua équipe e a tutti gli enti, associazioni e gruppi che, in vari modi e sotto diversi aspetti, contribuiscono alla nuova campagna archeologica – conclude Vittorina Canovi – con la certezza che emergeranno nuovi significativi elementi sul passato del toanese”.

















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