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Autonomie regionali: i presidenti di Emilia e Lombardia ospiti di Lapam Confartigianato

Stefano Bonaccini e Attilio Fontana, rispettivamente presidente di Emilia-Romagna e Lombardia, saranno gli ospiti d’eccezione di una serata sull’autonomia regionale proposta da Lapam Confartigianato. Mercoledì 14 novembre alle 20.30, presso sala Panini in Camera di Commercio a Modena (via Ganaceto 134) due dei tre presidenti di regione che hanno firmato il pre accordo sull’autonomia regionale si confronteranno con i vertici Lapam (il Segretario Carlo Alberto Rossi aprirà i lavori, che saranno chiusi dal Presidente Gilberto Luppi), con imprenditori e interessati.

Tra i firmatari del pre accordo con l’allora Governo Gentiloni è assente, giustificato in realtà, il solo presidente del Veneto Luca Zaia. Fontana, successore di Maroni alla guida della Lombardia, ha chiesto per la sua regione tutte e 23 le materie possibili dopo la modifica dell’articolo V della Costituzione; Bonaccini ha chiesto che 15 competenze restino in l’Emilia-Romagna, sia con la gestione tecnico amministrativa che economica. L’esempio delle tre grandi locomotive economiche del Paese (nell’ordine Lombardia. Emilia-Romagna e Veneto) è ora stato seguito da altre regioni, naturalmente tra quelle a statuto ordinario, che chiedono allo Stato centrale maggiore autonomia. La serata proposta da Lapam Confartigianato, che sarà moderata da Gianni Trovati de Il Sole 24 Ore, si inserisce dunque in un terreno fertile.

“Siamo molto orgogliosi dell’iniziativa che abbiamo proposto – sottolinea Carlo Alberto Rossi, Segretario Lapam Confartigianato – perché rimette al centro un tema fondamentale per le nostre imprese (non dimentichiamo che tra le competenze in procinto di passare alle regioni che ne hanno fatto richiesta ci sono la formazione professionale e le politiche attive per il lavoro, oltre alle tematiche ambientali). Auspichiamo che un passo in questa direzione significhi diminuire sensibilmente i contenziosi, che costano molto in tempo, denaro ed efficienza, e procedere speditamente verso un Paese più razionale, più attento alle esigenze di cittadini e imprese: per dirla in una parola più moderno. O, forse, finalmente moderno”.

















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