Promossa dall’Associazione Nastro Viola con la collaborazione di Fondazione Nadia Valsecchi Onlus, Associazione Oltre la Ricerca e Associazione My Everest Onlus, la campagna arrivata da qualche anno anche in Italia, ha riscosso un successo sempre crescente: grazie al tam tam di pazienti e familiari e all’impegno di istituzioni pubbliche e private sono ogni anno sempre di più i comuni che aderiscono all’iniziativa che nel mondo coinvolge luoghi suggestivi come le Cascate del Niagara o l’Opera House di Sidney. Oltre a Bologna, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, hanno risposto alla chiamata di Nastro Viola Reggio Emilia, Rimini, Forlì, Modena, Piacenza, Sant’Agata Bolognese e Parma mentre in Italia si tingeranno di viola per una notte la Lanterna di Genova, l’Albero della Vita e lo Spire Unicredit di Milano, il Teatro Massimo di Palermo e la Reggia di Caserta, solo per citarne alcuni.
“Facciamo luce sul tumore al pancreas” nasce con l’obiettivo di parlare di una patologia che in Italia ogni anno colpisce oltre 13mila persone. L’idea è quella che con gesti anche semplici si possa modificare la storia naturale di questo “killer silenzioso” che ancora, a cinque anni dalla diagnosi, ha una mortalità di circa il 90%. Si stima infatti che il tumore al pancreas sarà la seconda causa di morte per neoplasia al mondo.
Tutto il mese di novembre è dedicato al tumore al pancreas. A Bologna inoltre l’associazione Nastro Viola si fa promotrice della presentazione del libro “Se cammino vivo” di Andrea Spinelli (edito da Ediciclo) in programma martedì 20 novembre alle 18 alla Feltrinelli di piazza Ravegnana 1. Spinelli è affetto da un adenocarcinoma alla testa del pancreas in stato avanzato e non operabile dall’ottobre 2013: per restare in equilibrio ha deciso proprio di camminare. Quindi un passo alla volta ha cominciato con viaggi brevi, il tragitto casa-ospedale, e poi, pian piano, è passato ai grandi cammini: la Romea Strata, la Via Francigena, il Cammino di Santiago e altri ancora. In mezzo, ci sono stati momenti difficili, i “pit-stop” necessari per riprendere le forze, per affrontare le terapie, o sottoporsi ai temuti controlli. Il suo contapassi però aumenta di giorno in giorno e oggi conta più di diecimila chilometri, perché come dice lui stesso “se di cancro si muore, pur si vive”.
Alcuni dati (aggiornati al 2017)
Ogni giorno, oltre 1000 persone nel mondo si ammalano di tumore al pancreas e si stima che 985 di loro moriranno per questa patologia. Recenti studi hanno evidenziato che il cancro al pancreas, che ogni anno in Italia colpisce oltre 13.700 persone, potrebbe diventare entro il 2030 la seconda causa di morte per tumore. Purtroppo il tumore del pancreas non dà segni particolari e anche quando sono presenti sintomi, si tratta di disturbi piuttosto vaghi che si presentano in fase già piuttosto avanzata, frequentemente interpretati in modo errato sia dai pazienti sia dai medici. Tuttavia possiamo indicare alcuni campanelli d’allarme che interessano soprattutto l’apparato digerente: improvviso calo di peso, persistenti dolori addominali che si irradiano alla schiena, urine scure, feci di colore chiaro, nausea, vomito, comparsa improvvisa di diabete, prurito ed ittero (colorazione giallastra della cute e della parte bianca dell’occhio). La mortalità per questo tipo di patologia a 5 anni dalla diagnosi supera di gran lunga il 90%, facendo sì che il cancro al pancreas goda del triste primato di tasso di mortalità più elevato tra tutti i tumori. Noi crediamo che parlarne sia fondamentale per cominciare a trovare un epilogo differente a questa patologia.
Demand Better – Chiedi di Più: questo il motto della giornata mondiale contro il tumore al pancreas
Proprio perché i numeri sono così sconvolgenti che con la Giornata Mondiale per la lotta al tumore al pancreas le associazioni chiedono maggiore attenzione su quello che viene spesso definito “killer silenzioso” e che, a ben vedere, tanto silenzioso non è.
Quello che ci preme è:
avere un trattamento migliore del tumore al pancreas che garantisca la sopravvivenza
ottenere attenzione verso un tumore considerato erroneamente raro ma che i dati mostrano in forte crescita
attrarre investimenti da concentrare nella ricerca (al momento si stima che solo il 2% dei finanziamenti per la ricerca a livello europeo sono destinati allo studio di questo tumore)
diffondere informazioni corrette riguardanti sintomi e trattamenti.