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Antibiotici, domenica 18 novembre la Giornata europea. La Regione rilancia la campagna di informazione

Sono importanti, spesso decisivi. Ma vanno usati bene, secondo le indicazioni date dal medico, senza avventurarsi in pericolosi fai-da-te.
C’è sempre più attenzione, in Emilia-Romagna, verso un uso corretto degli antibiotici, tanto più se i pazienti sono bambini. Lo dicono i dati 2017 su consumi e prescrizioni: la riduzione del ricorso a questi farmaci, efficaci solo se vengono utilizzati correttamente, si registra in tutte le fasce di età, in particolarenell’infanzia, che lo scorso anno ha visto un calo delle prescrizioni del 35% rispetto al 2010. Calo ancora più consistente (- 37%) nei più piccoli, fino ai 6 anni.

Complessivamente nel 2017 sono state 16,8 le dosi medie giornaliere di antibiotico ogni 1.000 abitanti: – 5% rispetto al 2016, – 16% se confrontato al 2010.Risultati virtuosi, ottenuti anche grazie all’aumentata consapevolezza dei rischi associati a un uso eccessivo e agli strumenti informativi messi in campo per sensibilizzare i cittadini. A partire dalla campagna di comunicazione della Regione, che viene rilanciata in occasione della Giornata europea sull’uso degli antibiotici, domenica 18 novembre.

“Parliamo di farmaci preziosi, che hanno permesso di sconfiggere malattie anche mortali- ricorda l’assessore alle Politiche per la sanità, Sergio Venturi-. È indubbiamente positivo il fatto che i consumi diminuiscano, e che diminuiscano le prescrizioni: vuole dire che stiamo lavorando nella direzione giusta. Non dobbiamo tuttavia abbassare la guardia, l’obiettivo è ridurre le antibiotico-resistenze. Niente ‘fai-da-te’, dunque- conclude l’assessore- e, per qualsiasi dubbio, consultiamo sempre il medico di famiglia o il pediatra di fiducia”.

La campagna del Servizio sanitario regionale 

“Antibiotici. È un peccato usarli male. Efficaci se necessari, dannosi se ne abusi”: questo lo slogan della campagna, che si presenta con una novità, per entrare a più a stretto contatto con i cittadini. Quest’anno inatti, per la prima volta, entra nelle biblioteche: 50 sedi, da Piacenza a Rimini, riceveranno segnalibri e blocchetti per appunti prodotti per l’occasione, da mettere a disposizione degli utenti.
Locandine, video, opuscoli, infografiche e gif animate. Diversi gli strumenti messi in campo per sensibilizzare i cittadini a un uso corretto di questi farmaci, disponibili negli ambulatori di medici e pediatri, negli spazi pubblici del Servizio sanitario regionale e nella pagina dedicata sul portale Salute della Regione. La campagna proseguirà anche a gennaio e febbraio 2019, sul web e sulle pensiline delle fermate dei bus di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

Antibiotici: l’uso corretto è fondamentale

La resistenza dei batteri agli antibiotici è un problema di sanità pubblica, come testimoniano i dati epidemiologici a livello nazionale e internazionale, perché favorisce il diffondersi di germi ancora più resistenti e sempre più difficili da contrastare. Per esempio, per alcune infezioni comuni come raffreddore e influenza, gli antibiotici non servono; in questi casi, la soluzione migliore è aspettare che l’infezione faccia il suo decorso naturale, usando solo rimedi per alleviare i sintomi.
L’invito rivolto ai cittadini è di lasciare che sia il medico a decidere se gli antibiotici servono oppure no. Se viene prescritto l’antibiotico, occorre seguire alcune regole: rispettare dosi e orari indicati; completare tutte le dosi anche se dopo un paio di giorni ci si sente meglio; contattare il medico se compaiono effetti indesiderati.

Resistenze agli antibiotici, la situazione in Emilia-Romagna

I dati del sistema di sorveglianza regionale hanno rilevato negli ultimi anni una stabilità delle resistenze agli antibiotici e, in alcuni casi, anche una riduzione. Il problema, tuttavia, è ancora presente, soprattutto in ospedale. Ci sono però segnali incoraggianti; ad esempio, per il microrganismo Streptococcus pyogenes, causa della faringo-tonsillite nei bambini, la resistenza all’eritromicina si è ridotta in maniera molto significativa, passando dal 23% nel 2007 al 7% nel 2017.

















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