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Prignano: piano per valorizzare la rupe del Pescale

Un itinerario tra natura e storia per scoprire i segreti della rupe del Pescale di Prignano. Il progetto fa parte di un accordo tra Provincia di Modena e il dipartimento della Scienza e della terra dell’Università di Modena e Reggio Emilia che prevede anche una ricognizione delle emergenze archeologiche e naturalistiche, uno studio sulla ricettività turistica della zona e un piano per valorizzare l’area da definire entro la fine del febbraio 2007.


La convezione, approvata nei giorni scorsi dalla Giunta, si integra con il processo di recupero, già in fase di realizzazione, della fascia fluviale del Secchia da Sassuolo fino, appunto, al Pescale.

La rupe del Pescale è diventata quest’anno di proprietà della Provincia grazie alla donazione da parte del proprietario, William Pifferi, titolare della Ceramica Artistica due di Pigneto.
Considerata uno dei più importanti siti archeologici del modenese, dichiarato nel 1984 di rilevante interesse dal ministero dei Beni culturali, l’area si estende su una superficie di quasi 15 mila metri quadrati; da quando fu scoperta, alla fine dell’800, è stata oggetto di studi e ricerche sulla preistoria italiana.
Gli scavi eseguiti nel 1937 e nel 1942 dal paleontologo modenese Fernando Malavolti hanno permesso di scoprire tracce di un abitato neolitico con fondi di capanna, focolari, tombe, manufatti in pietra e osso, oggetti terracotta e vasellame in ceramica risalenti al sesto millennio avanti Cristo.
I reperti sono oggi custoditi nel museo civico Archeologico ed etnologico di Modena.

















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