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Al teatro Cantelli di Vignola due giorni con il festival “Mente Locale”

Torna a Vignola, nelle giornate di venerdì 23 e sabato 24, il festival “Mente Locale – Visioni sul Territorio”, un concorso riservato a opere audiovisive italiane e straniere senza distinzione di durata, tecnica, formato o genere, dedicate al racconto di un territorio, inteso in senso ampio come racconto di luoghi, persone, organizzazioni, saperi e tradizioni riconducibili a un’area geografica. L’iniziativa si svolge tra i comuni di Vignola e Valsamoggia (BO).

Il programma completo è disponibile sul sito www.festivalmentelocale.it. Di seguito, gli eventi in programma a Vignola:

Venerdì 23 novembre alle 20,30 saranno proiettati in anteprima due cortometraggi su Vignola prodotti dal festival: “Panèra”, che vede protagonista il fiume Panaro, raccontato da chi lo vive tutti i giorni, e “Il DOC vignolese”, in cui due documentariste alle prime armi si lanciano nel progetto di raccontare Vignola attraverso il punto di vista degli abitanti. A seguire, un film su una tradizione che va scomparendo: “Gli ultimi butteri” di Walter Bencini, una delle pellicole in concorso.

Sabato 24 novembre alle 11, sempre al teatro Cantelli, la giornata inizierà con un evento speciale: il direttore della rivista del Touring Club Italiano, Silvestro Serra, racconterà i 125 anni del Club con un’inedita conferenza-spettacolo, seguita da un cortometraggio sul restauro della torre del Pennello di Vignola dopo il terremoto, intitolato “Tutti i colori del pennello” e presentato da Stefano Caselli.

A partire dalle 15, si susseguiranno ben 8 film in concorso:

“I campi sperimentali di Ercole Maggio” (foto), di Christian Manno. La pellicola racconta di Ercole Maggio e della sua famiglia, che da diverso tempo cercano e ricercano di riportare in auge cereali e grani scomparsi nel corso del tempo. E’ un film sul ritorno alla terra e su come la memoria degli anziani sia fondamentale per riscoprire il presente e vedere il futuro con nuova speranza e nuovo vigore.

“Anatomia del miracolo” di Alessandra Celesia. A Napoli, tre donne si preparano per la processione della Madonna dell’Arco, la Vergine con un livido sulla guancia che genera miracoli. Le tre protagoniste non si incontrano mai, ma sono intimamente collegate dalle loro rispettive ferite. Ognuna di loro spera in un piccolo miracolo.

Ore 17,30 circa:

“Enzo”, di Pasquale Napolitano. L’idea del film è quella di progettare un monumento intangibile ad una figura unica del panorama della cultura italiana, come quella di Enzo Del Re, indagando quel che è rimasto del suo pensiero radicale nel paese di origine, nel meridione contemporaneo.

“Il Monte delle formiche”, di Riccardo Palladino. Da secoli, l’8 di settembre di ogni anno, sul Monte delle Formiche giungono miriadi di sciami di formiche alate. Come nubi che offuscano il cielo, i piccoli insetti si accoppiano in un meraviglioso volo a cui segue la morte di tutti i maschi, che cadono esausti sul sagrato della chiesa un tempo chiamata “Santa Maria Formicarum”.

Ore 19,30 circa

“Il Mondiale in piazza”, di Vito Palmieri. La nazionale italiana non si qualifica al mondiale di calcio 2018. Nel sud Italia, un gruppo di ragazzi decide di organizzare un mondiale parallelo, da giocarsi in piazza, tra l’Italia e le altre nazionali composte da immigrati. Ma alcuni sono nati in Italia, e si sentono italiani al cento per cento…

“Mondo Za”, di Gianfranco Pannone. Cesare Zavattini e la Bassa reggiana. La Bassa reggiana e Cesare Zavattini. Un rapporto di reciprocità ricco e complesso, che in questo film intreccia passato e presente, creando un nuovo tempo sospeso attraverso le testimonianze di quattro uomini d’età e condizioni sociali diverse.

Ore 21 circa:

“Hoa, storia di una guaritrice”, di Marco Zuin. Il rapido sviluppo e la richiesta di legname a basso costo stanno lentamente trasformando le foreste del Vietnam del Nord. Hoa prova a difendere questa biodiversità e la tradizione di questo sapere per il bene della propria comunità e del proprio territorio.

“Invierno en Europa”, di Polo Menárguez. Nel centro di Belgrado, in Serbia, nelle caserme abbandonate che costituivano la vecchia stazione, centinaia di rifugiati afgani vivono riscaldati da fuochi tossici, in uno scenario apocalittico. Asif, Said and Ahbar mostrano una quotidianità impossibile, scritta sulla speranza di attraversare la frontiera ungherese.

L’ingresso alle proiezioni è gratuito e aperto a tutti.

















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