Sono passate 6 settimane dal referendum consultivo del 7 ottobre 2018 per la fusione di Lama Mocogno e Montecreto, l’esito globale ha evidenziato che il 60% dei votati è favorevole alla fusione dei due Comuni.
Nel dettaglio, il “Sì” a Lama Mocogno ha ottenuto il 59,76% e a Montecreto il 47,04%, creando una situazione di sostanziale preferenza per questa scelta, ma con una piccola percentuale che ha spostato l’opinione di Montecreto verso il mantenimento dell’attuale situazione amministrativa. Da sottolineare l’alta percentuale di affluenza alle urne nel comune di Montecreto, che mette in luce come l’argomento sia stato particolarmente sentito dalla popolazione.
La concomitanza di questi fattori ha determinato un quadro più complesso rispetto alle aspettative, portando gli attuali Amministratori a una riflessione approfondita, che ha vagliato con attenzione tutte le circostanze che si sono verificate, fino ad oggi.
Il 30 novembre il consiglio comunale si riunirà per deliberare e comunicare alla Regione di interrompere il progetto di fusione tra Lama Mocogno e Montecreto.
Questa scelta deriva dal fatto che in fase elettorale entrambi gli Amministratori hanno dichiarato che avrebbero rispettato l’esito del referendum, sebbene fosse solo consultivo, e anche se il “No” avesse prevalso per pochi voti.
Il Sindaco di Montecreto Leandro Bonucchi: “Questa è la decisione assunta dal Consiglio Comunale con rammarico: siamo consapevoli del fatto che la strada giusta sia la fusione, ma abbiamo scelto di essere coerenti con quanto promesso ai cittadini; la situazione è un precario equilibrio tra il rispetto della democrazia istituzionale, che prevede l’ascolto di entrambi i Comuni, e la democrazia della maggioranza, che ha visto vincere il ‘Sì’ anche grazie alla sostanziale parità dell’esito all’interno del Comune più piccolo. In parole povere, abbiamo dovuto scegliere se assecondare i circa 1000 votanti per il Sì complessivo, oppure rispettare i 32 voti di scarto nel solo Comune di Montecreto”.
“Voglio ringraziare tutti coloro che si sono impegnati e hanno sostenuto il progetto di fusione: grazie al comitato del ‘Sì’, che voglio ricordare essere composto da persone con appartenenze politiche diverse, e che ha svolto un grande lavoro per cercare di spiegare cosa sia una fusione in modo trasparente e corretto alla comunità. Al contrario di come si è comportato il comitato opposto, che ha agito sulla parte emotiva del popolo, creando disinformazione, complottismo e propagandando l’ipotetica interruzione dei servizi a fusione fatta (chiusura poste, banche, farmacie ecc…). Ho creduto in questo progetto e credo tuttora nella fusione, l’unico strumento in grado di dare forza e vita ai piccoli Comuni che stanno morendo davanti i nostri occhi. Ritengo responsabili i sostenitori del ‘No’, politici e non, di quello che sarà il futuro del nostro territorio, augurandomi di vedere da parte loro azioni concrete e immediate che diano soluzioni alle grandi problematiche che la nostra montagna sta vivendo, perché fino ad oggi la fusione è stata strumentalizzata per alimentare una battaglia politica, senza però portare a nulla di fatto”.