Un pesante clima di incertezza, quello serpeggia tra gli operatori del commercio ambulante dopo l’inserimento e l’approvazione in Legge di Bilancio dello scorso anno del comma 1181. È ANVA-Confesercenti Modena ad evidenziarlo: “In pratica – fa sapere l’Associazione – gli interventi relativi al commercio su aree pubbliche contenuti nella Legge di Bilancio approvati a fine 2017 ed ancora operativi, hanno creato il caos nel settore. Perché, quanto approvato, comporta “gravi ed ingiustificabili limitazioni all’attività di impresa”, condannando le “imprese del commercio su aree pubbliche alla marginalizzazione” e portando a “differenze insostenibili tra gli operatori”.
La questione è stata analizzata nei giorni scorsi in occasione del coordinamento interregionale Nord di ANVA.Confesercenti, tenutosi a Modena che ha visto la partecipazione oltre ai dirigenti locali – dal presidente provinciale Alberto Guaitoli, la segretario di categoria Marco Poggi – anche del presidente nazionale Maurizio Innocenti, del segretario nazionale Anva Adriano Ciolli e dei presidenti e i coordinatori provinciali e regionali delle altre regioni e province italiane.
“Quella che è stata annunciata e presentata come una norma salva ambulanti e salva Bolkestein – e che avrebbe dovuto porre rimedio agli (inopportuni) interventi legislativi ed amministrativi, susseguitisi negli ultimi anni (Autorità Garante, Legge di Bilancio 2017) – ha gettato nello scompiglio un comparto che occupa circa 300mila lavoratori e produce un fatturato di 11 miliardi di euro. Inoltre la proroga sul rinnovo delle concessioni contenuta nella Legge di Bilancio “spacca in due il settore”.
Tutti i Comuni che hanno provveduto, sulla base delle normative previgenti alla proroga, a predisporre i bandi per il rinnovo delle concessioni di commercio su aree pubbliche, e che hanno portato a termine le procedure hanno rilasciato le concessioni che scadranno dopo 12 anni. Gli operatori che invece non hanno potuto procedere al rinnovo – ora prorogato – restano nell’incertezza. Negativo poi è anche il giudizio sul limite al numero di concessioni, perché è come se chiedessero ad un’insegna della GDO, di limitarsi ad una manciata di punti vendita. Come pure quello sul richiamo al reddito degli operatori, da cui consegue, come si legge nella missiva, che il commercio su aree pubbliche non è più una forma di libero commercio, ma attività sottoposta e condizionata allo status sociale del titolare.”
“Il riferimento al reddito – prosegue ANVA Modena – è quanto di più aberrante si possa prevedere in materia di ‘libera impresa’, in nome della quale si è dato avvio alle più sfrenate azioni liberalizzatrici. Ora invece, per il commercio su aree pubbliche, si torna, al “codice Rocco” del 1931 che per gli ambulanti prevedeva il controllo da parte della Questura. Ci sono circa 100mila imprese regolari che di fatto hanno visto azzerarsi il valore commerciale del proprio lavoro, che verranno condizionate alla verifica del reddito e che saranno limitate nella propria attività: non potranno affittare l’azienda e non potranno nemmeno essere titolari di più concessioni. Una follia, su cui è urgente fare retromarcia.
Non lasceremo che il settore venga degradato e condannato alla marginalizzazione. E’ stato chiesto in vari incontri con i rappresentanti dell’attuale governo di annullare questo comma, ma nonostante le promesse ad oggi non è stato preso alcun provvedimento. Da parte nostra non mancheremo di far sentire la nostre ragione a riguardo, come pure di incontrare i parlamentari eletti oltre che organizzare manifestazioni a livello regionale”, conclude ANVA-Confesercenti Modena.