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Gli effetti del Decreto legge Sicurezza sul sistema metropolitano di accoglienza in Conferenza dei sindaci

Gli effetti del Decreto Sicurezza sul Sistema metropolitano di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – SPRAR, convertito in Legge il 27 novembre scorso, sono stati discussi oggi, dalla Conferenza metropolitana dei Sindaci aperta a cittadini, associazioni, cooperative che si occupano di accoglienza e alle forze sindacali.

Il presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana ed assessore del Comune di Bologna Giuliano Barigazzi ha proposto un percorso di lavoro in 4 punti:

1. Consolidamento della governance metropolitana con la conferma dell’accordo sottoscritto dai Comuni per lo Sprar e un approfondimento tecnico di come declinarlo in una accezione più ampia che non lascia soli i Comuni ad affrontare le conseguenze della nuova normativa.
2. Coordinamento interistituzionale con Prefettura, Questura, Asl, per mantenere serrato il confronto e la ricerca di soluzioni.
3. Coinvolgimento della rete di accoglienza (Bologna accoglie) in un tavolo permanente.
4. Coordinamento tra tutti i soggetti che nel territorio si occupano di lavoro per intensificare le azioni volte all’inserimento lavorativo e alla conseguente possibilità di conversione di permessi di soggiorno per motivi lavorativi. E’ necessario promuovere anche il confronto con le associazioni datoriali, che debbono essere richiamate alle loro responsabilità anche sulle forme contrattuali.

Nel suo intervento, Virginio Merola, sindaco metropolitano e del Comune di Bologna, ha sottolineato come “questo Decreto rischi di creare insicurezza mettendo in strada persone che attualmente sono invece in un percorso di integrazione. Dal punto di vista numerico – ha continuato Merola – non c’è peraltro nessuna emergenza: parliamo di 2.000 persone attualmente nel sistema di accoglienza su 1 milione di residenti nella città metropolitana. Occorre quindi un’azione culturale per spiegare questo ai cittadini e bisogna continuare sulla strada dell’integrazione: le parole chiave sono insegnamento dell’italiano e accompagnamento al lavoro. Con i nostri servizi sociali continueremo ad occuparci e a proteggere tutte le persone che hanno bisogno, senza distinzioni tra cittadini di serie A e serie B”.

















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