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Contrastare marginalità, emarginazione e solitudine, Regione Emilia-Romagna e Terzo settore insieme per rilanciare l’innovazione sociale

La coabitazione tra anziani e le mense per i più poveri; il microcredito per chi si trova in difficoltà economica o vuole avviare una piccola attività imprenditoriale, ma anche le borse lavoro per le persone disabili. E ancora, l’insegnamento della lingua italiana ai cittadini stranieri e attività di ‘cura del territorio’, come la manutenzione dei parchi e dei beni comuni o l’educazione ambientale.

Sono alcune delle attività previste dai 97 progetti selezionati dal bando regionale per il Terzo settore emanato lo scorso maggio, del quale la Giunta ha approvato in questi giorni la graduatoria. 20 riguardano la Città Metropolitana di Bologna, 17 l’ambito provinciale di Modena, 12 Reggio Emila, 9 rispettivamente le province di Parma, Piacenza e Ravenna, 8 Ferrara, 8 Forlì-Cesena e 5 l’ambito provinciale di Rimini.

I progetti sono stati presentati da associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato – una realtà che in Emilia-Romagna conta complessivamente 7.369 soggetti (3.086 organizzazioni di volontariato e 4.283 associazioni di promozione sociale) – e vengono finanziati con oltre 1,7 milioni di contributi. A tanto, infatti, ammontano le risorse, di provenienza statale, stanziate dalla Regione e ripartite sul territorio per ambito provinciale, in proporzione al numero dei cittadini residenti.

Un pacchetto di proposte giudicate innovative e in grado di incidere sui bisogni sociali di quei cittadini – anziani, giovani, famiglie, persone con disabilità, immigrati – che, per la mancanza di un reddito adeguato, l’assenza di una rete familiare di supporto o condizioni di fragilità sono a rischio di emarginazione.

“Sono molto soddisfatta degli esiti di questo bando, che ha prodotto un cospicuo numero di progetti davvero innovativi e interessanti- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini- espressione della pluralità di esperienze, progettualità, servizi attivi da molto tempo nel nostro territorio regionale, a sostegno della popolazione fragile. È grazie al connubio tra pubblico e terzo settore, promosso da sempre dalla nostra  Giunta, che in Emilia-Romagna si possono realizzare interventi concreti per la coesione sociale, l’integrazione lavorativa, l’aiuto alle persone fragili e anziane: una peculiarità delle nostre politiche di welfare che continueremo a mantenere”.

















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