Giustizia è anche memoria. Si è conclusa la digitalizzazione dei fascicoli processuali sui fatti di terrorismo, eversione e stragismo giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal 1971, tra cui, in particolare, la strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e l’attentato al treno Italicus di sei anni prima. E’ ora possibile accedere in modo integrato, puntuale e veloce a documenti di straordinaria importanza con magistrati e studiosi, avendo a disposizione un patrimonio informativo col quale rileggere alcuni degli eventi più controversi della storia dell’Italia repubblicana.
Una vera e propria opera di salvataggio archivistico che ha portato alla completa digitalizzazione in file in formato pdf di oltre 700 mila pagine riprodotte dei fascicoli processuali (oltre 1000 faldoni pari a 170 metri lineari di carte), ora fisicamente conservati all’Archivio di Stato di Bologna. La complessità del lavoro è stata data dalla estrema varietà dei formati cartacei che costituiscono i voluminosi fascicoli penali e dalla necessità di una scrupolosa conservazione e fedele riproduzione di tutti gli atti originali. La digitalizzazione e il trasferimento all’Archivio di Stato ha riguardato in particolare il fascicolo processuale per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, registrato con il numero di R.G. 12/86 e gli atti processuali del processo c.d. Strage bis o Italicus bis, fasc. 1/96 R.G. Corte d’Assise. La consistenza complessiva del primo processo arriva a 397 faldoni o “volumi”, mentre il secondo registra 291 unità archivistiche di conservazione: precisamente, 290 faldoni e 1 registro. Inoltre, sono già stati digitalizzati altri processi dall’entità documentale minore sempre riferiti all’attentato dell’Italicus.
Il progetto dell’Archivio di Stato di Bologna e del Tribunale di Bologna è stato sostenuto dal 2012 dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Istituto regionale per i beni culturali (Ibc) che ha sottoscritto nel febbraio 2016 uno specifico accordo con lo stesso Archivio di Bologna garantendo il sostegno all’attività di digitalizzazione, la corretta conservazione dei file digitali nel Polo archivistico regionale (Parer) e la predisposizione di un sistema di accesso alla documentazione digitalizzata. Fortemente appoggiato dalla Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, il risultato finale lo si deve anche al lavoro dei volontari dell’Auser (associazione da sempre vicina e attiva sui progetti di miglioramento del servizio giustizia).
“Questo è il lavoro di una comunità intera- commenta il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha partecipato alla presentazione con anche l’assessore alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti-. L’impegno collettivo ha visto insieme le istituzioni, i volontari e i parenti delle vittime a cui, lo voglio ribadire, va il nostro grazie per la battaglia a favore della verità che continuano a portare avanti con forza e tenacia. Con la digitalizzazione degli atti processuali viene messo in salvo un pezzo importante della memoria su anni terribili, su eventi e stragi che hanno portato via persone innocenti, volute da chi puntava a destabilizzare l’intero Paese. Gli inquirenti devono poter condurre fino in fondo le indagini, per arrivare ai mandanti, e gli storici rileggere un periodo che mai avremmo voluto vivere ma che ha visto, attorno allo straordinario esempio dei familiari delle vittime e di coloro che sono stati colpiti, rinsaldarsi i valori di democrazia, civismo e convivenza che gli autori di quelle stragi volevano spazzare via. Un esempio per tutti, un argine che va rafforzato quotidianamente, così come abbiamo fatto, insieme, sugli atti processuali”.
Si tratta di materiali ancora sensibili da un punto di vista di protezione dei dati personali, per questo il sistema di consultazione non è al momento accessibile liberamente sul web. Per motivi di sicurezza, possono entrarvi utenti abilitati e da computer identificati con uno specifico certificato. Quindi i documenti digitalizzati sono a disposizione del pubblico solo da una postazione presso l’Archivio di Stato di Bologna e visibili secondo le regole sulla consultabilità dei documenti degli archivi e la tutela della riservatezza contenute nel Codice dei Beni culturali e del Gdpr, cioè l’identificazione dell’utente, la dichiarazione della motivazione di ricerca, il rispetto delle limitazioni previste per l’accesso ai dati sensibili e la sottoscrizione del codice deontologico previsto dal Codice sulla tutela dei dati personali.
Ovviamente, ai magistrati, in particolare a quelli che stanno portando avanti nuove indagini sulla strage di Bologna, è già stata fornita la possibilità di accedere direttamente al sistema di consultazione, un potente strumento di ricerca.
“Gli archivi giudiziari- spiega il presidente dell’Ibc, Roberto Balzani- contengono, com’è noto, una parte significativa della storia dell’Italia contemporanea. Essi sono importanti non solo ai fini della ricostruzione delle inchieste, ma in quanto formidabile scrigno d’informazioni e di dati sulla cultura, sulla società, sugli stereotipi nazionali. Grazie a sistemi evoluti di ricerca digitale, oggi è possibile affrontare montagne di faldoni, intrecciando parole chiave e frasi: un potenziale enorme per gli storici, che finalmente dispongono di un terreno assai vasto sul quale costruire un rinnovamento sostanziale dell’approccio storiografico. Il grande ‘giacimento’ costituito dai processi Italicus e 2 Agosto offre dunque un’opportunità ineguagliabile, della quale i ricercatori, soprattutto quelli della più giovane generazione, mi auguro sapranno approfittare”.
“Il progetto sulla digitalizzazione dei processi stragi- ha affermato in rappresentanza del ministro Bonafede il magistrato del Gabinetto del Ministero Giustizia, Margherita Cardona Albini-, è uno sforzo che le istituzioni hanno la responsabilità di incoraggiare e valorizzare, ed è un impegno per il quale il ministero di Giustizia si è speso con grande determinazione. È in atto, presso il Ministero un protocollo di intesa con il Mibac e con il Consiglio superiore della magistratura, per dare impulso a ulteriori progetti di digitalizzazione che coinvolgeranno i detenuti nell’ambito dei programmi di inclusione e risocializzazione”.
“La digitalizzazione- ha aggiunto la direttrice dell’Archivio di Stato di Bologna, Elisabetta Arioti- ha superato un milione di pagine e riguarda in particolare i fascicoli processuali del terrorismo di destra e depistaggi: la strage del treno Italicus , l’omicidio Amato e la strage della Stazione di Bologna. La riproduzione digitale consente di consultarli e interrogarli con potenzialità informative più ampie, poiché non si tratta solo di pagine scansionate, ma di immagini contestualizzate. L’autorità giudiziaria che sta testando l’efficienza del sistema informativo non ha riscontrato difformità dai documenti originali. Questi fascicoli sono legati anche a tanti prodotti audiovisivi che vogliamo in futuro riversare in digitale, per avere a corredo delle informazioni scritte riproduzioni di video e cassette”.
Grazia Nart, presidente della sezione dei Giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, ha sottolineato l’importanza del progetto di digitalizzazione dei fascicoli delle stragi e la collaborazione tra tutti i soggetti: “Il Tribunale di Bologna fu il primo che si interessò al progetto. Si tratta di un grande risultato perché rende consultabili in rete fatti giudiziari, una vera e propria banca dati per indirizzare indagini future sullo stragismo, rendendo disponibili gli atti ad inquirenti e magistrati, ma anche già per le indagini in corso, come quella che riguarda di Gilberto Cavallini”.
“La digitalizzazione degli atti è un grande successo, un passo concreto verso la verità- ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime della strage di Bologna- ed è stato un punto chiave anche per riaprire il processo Cavallini. E’ stato positivo riunire tutti gli attori attorno a un tavolo per dare un contributo, ma è necessario utilizzare i documenti non solo per memoria ma per fare passi avanti dal punto di vista giudiziario, con la possibilità di confrontare da Bologna tutti documenti digitalizzati anche da altri archivi”.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto nazionale “Archivi per non dimenticare” per la valorizzazione delle fonti sul terrorismo e lo stragismo. Alla buona riuscita del progetto hanno collaborato l’Associazione Vittime della strage di Bologna, l’Archivio Casa della Memoria, il Centro documentazione Archivio Flamigni.
Tra i presenti, nella sala della Biblioteca Guglielmi questa mattina a Bologna dove si è tenuta la presentazione, anche il segretario generale del Ministero per i Beni culturali Giovanni Panebianco, il prefetto di Bologna Patrizia Impresa e la dirigente del Tribunale di Bologna e protagonista dell’attività di digitalizzazione dei fascicoli, Elena Barca.