L’Emilia-Romagna fa sistema e mette al primo posto le esigenze di smaltimento di rifiuti speciali delle proprie aziende, in forte difficoltà nelle ultime settimane. La Regione, i gestori degli impianti di smaltimento e trattamento e le imprese stringono infatti un’intesa per arrivare in tempi rapidi a “misure gestionali” e “capacità di trattamento” che rispondano in primo luogo “ai fabbisogni del territorio emiliano-romagnolo”. Una collaborazione fra tutti i soggetti interessati che tenga insieme “la domanda proveniente dalle imprese del territorio e l’offerta” legata a smaltimento e trattamento presente nel territorio regionale stesso, “sostenendo lo sviluppo delle filiere dell’economia circolare”.
E’ quanto si legge nel Verbale d’Intesa sottoscritto dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, con i vertici regionali di Confservizi, AGCI, CIA, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Copagri, Legacoop e UNCI oggi nella Sala della Giunta regionale, in viale Aldo Moro a Bologna.
I firmatari danno poi vita a un “tavolo permanente per monitorare l’efficacia delle misure poste in essere”, per verificare, cioè, si legge sempre nel documento, se soddisferanno a pieno “i fabbisogni regionali” e per intervenire, nel caso fosse necessario, con “eventuali adeguamenti o integrazioni”. Un’attività che vedrà poi “specifici momenti di approfondimento e di indirizzo generale all’interno del Patto per il Lavoro”, l’organismo voluto dalla Regione con tutte le parti sociali, oltre a enti locali, università e associazioni, per politiche condivise che puntino a creare sviluppo e nuova, buona occupazione.
Prima ancora di queste misure, nei giorni scorsi la Giunta regionale aveva già approvato la delibera che velocizza l’iter autorizzativo per l’incremento delle quantità di rifiuti che è possibile stoccare negli appositi siti in Emilia-Romagna, fino ad un massimo del 3%. Atto per il quale l’Agenzia regionale per la prevenzione ambientale e l’energia (Arpae) è chiamata a dare precedenza e assoluta priorità alla valutazione delle richieste di incremento, sempre e solo con la piena garanzia delle condizioni di sicurezza e del rispetto della normativa ambientale.
“Si tratta di un’Intesa molto importante- commenta il presidente Bonaccini-, decisamente innovativa nei contenuti e negli impegni, che fa squadra tra gli attori e tiene in equilibrio economia e ambiente. Stante l’attuale legislazione nazionale, i rifiuti prodotti dalle imprese sono a libero mercato e dunque non pianificabili. Le imprese ci hanno però lanciato un grido d’allarme perché il meccanismo si è inceppato: da un lato si sono chiusi alcuni mercati esteri che assorbivano i nostri rifiuti speciali, facendo schizzare i prezzi alle stelle; dall’altro lato c’è la cronica carenza di impianti del nostro Paese; infine il Governo, anziché correre ai ripari, si divide ideologicamente tra favorevoli e contrari agli impianti. Per questa ragione abbiamo dapprima autorizzato ampliamenti degli stoccaggi, mentre ora, per la prima volta, proviamo a meglio programmare la capacità dei nostri impianti e ad assicurare spazi aggiuntivi e prioritari per le imprese dell’Emilia-Romagna. Contemporaneamente, lavoriamo tutti insieme per costruire o consolidare filiere che rafforzino la circolarità della nostra economia. Sono tutti passi avanti rispetto alla situazione attuale, nella speranza che prima o poi anche il Governo batta un colpo”.
Nell’accordo raggiunto, prima ancora delle misure che verranno adottate, Regione, imprese e gestori condividono anche “la necessità di dare coerente attuazione all’impiantistica di smaltimento prevista dal Piano regionale di gestione dei rifiuti”.
“L’Emilia-Romagna ha un sistema in grado di assicurare una corretta gestione dei rifiuti, sul quale ha fondato la propria autosufficienza in questi anni- spiega Gazzolo-. Nonostante questo, le imprese hanno una sempre maggiore difficoltà a conferire i propri rifiuti, accresciuta anche da una carenza contingente di impianti regionali. E’ giusto ricordare, infatti, che alcuni impianti sono al momento bloccati per ricorsi giurisdizionali e amministrativi ancora pendenti. La richiesta d’aiuto delle imprese è quindi più che giustificata, e non è sostenibile né dal punto di vista ambientale, né da quello economico che i rifiuti siano trasportati a grandi distanze. Per questo, anche grazie alla disponibilità e collaborazione dimostrata da imprese e gestori degli impianti, abbiamo condiviso la necessità di individuare nuove opportunità di smaltimento, che saranno disponibili già nel 2019. Credo quindi che la situazione dello smaltimento dei rifiuti speciali nella nostra regione possa rapidamente migliorare, anche se restiamo ancora orfani di una strategia nazionale”.