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Cinque milioni di euro per il “Quadrilatero” nel quartiere Porto-Saragozza

Il Comune di Bologna ha vinto il bando della Regione Emilia-Romagna per interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana con un progetto che riguarda il comparto di Edilizia Residenziale Pubblica gestito da Acer nel quartiere Porto-Saragozza tra le vie Malvasia, Pier de’ Crescenzi, Casarini e dello Scalo (il Quadrilatero). Il progetto vale circa 5 milioni di euro per metà finanziati attraverso il bando regionale (con risorse della Cassa Depositi e Prestiti e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) e l’altra metà da risorse comunali.

“Siamo molto soddisfatte di questo risultato. Gli interventi andranno a incidere in un comparto che ha molto bisogno di essere riqualificato e il progetto va nella più autentica direzione della rigenerazione urbana – commentano le assessore alla Casa Virginia Gieri e all’Urbanistica Valentina Orioli – c’è stato un grande lavoro trasversale ai settori dell’amministrazione e con la collaborazione di Acer. Restituiremo alla città edifici più funzionali e spazi aperti pubblici moderni e innovativi che possano essere luogo d’incontro e di relazioni”

Il progetto di rigenerazione urbana è relativo al comparto storico delle “Popolarissime”, realizzato nella seconda metà degli anni ’30 dello scorso secolo. L’area è collocata a nord-ovest dell’ex cinta muraria rinascimentale, tra Porta San Felice e Porta Lame, e l’intervento così realizzato disegna un “quadrilatero” identificato dalle vie Malvasia, dello Scalo, Pier de Crescenzi, Casarini. All’interno di questo quadrante si sviluppano una serie di edifici residenziali in linea, con sette piani fuori terra, per complessivi 500 alloggi circa, separati da ampi spazi verdi pertinenziali completamente aperti sulle vie perimetrali. Gli interventi riguarderanno la riqualificazione energetica di alcuni edifici residenziali, con la sostituzione degli infissi e la razionalizzazione degli impianti che interverranno per ridurre i consumi e si rifletteranno direttamente nella spesa per le famiglie che vivono negli alloggi Erp e hanno quindi scarsa disponibilità economica. Il progetto prevede anche una radicale trasformazione degli spazi esterni per farli diventare un grande giardino pubblico e didattico, nel quale saranno sperimentati i principi del Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici.

Da qui il nome del progetto che ha concorso al bando, “Giardino della resilienza”, per ricostruire un ambiente esterno che nei decenni si è logorato dando origine a fenomeni di degrado. La ragione storica di queste case “popolarissime” era infatti l’idea suggestiva di realizzare “condizioni di ruralità” nella città moderna. Dotare cioè gli edifici residenziali, per le classi sociali più povere, di spazi aperti funzionali a “trovare il modo di soddisfare l’aspirazione individuale di prendere una diretta parte attiva alla coltivazione di una, seppur piccola, porzione di terreno, e di alimentare un processo produttivo naturale della più grande importanza” (cit. da “Il Comune di Bologna”, n. 5, Maggio 1937). Reinterpretando in chiave contemporanea questa idea originaria, la direzione strategica del progetto è perciò focalizzata sulla ridefinizione del concetto di “produzione naturale”: gli spazi verdi pertinenziali diventano un dispositivo pubblico, aperto e didattico. L’obiettivo è quindi avere a disposizione un giardino aperto a tutti e un punto di riferimento che vada oltre gli abitanti del comparto. È previsto anche un intervento su un edificio che originariamente aveva una destinazione di palestra e in futuro avrà una destinazione multifunzionale. Per questo verrà avviato un percorso di partecipazione aperto alla cittadinanza che sarà gestito dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana perché questa operazione di rigenerazione urbana recepisce le istanze e i bisogni di un progetto che l’anno scorso era tra quelli del Bilancio partecipativo ma non era stato finanziato.

Lo studio di fattibilità tecnica ed economica per la partecipazione al bando è stato curato dal Comune di Bologna, Acer Bologna in collaborazione con lo studio SUMS Architects.

 

















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