È il cibo, come strumento di conoscenza e condivisione e come oggetto di un percorso di formazione per acquisire nuove competenze professionali, il centro del progetto che coinvolge le detenute della sezione femminile della Casa circondariale di Sant’Anna e che sarà attivo a partire dal mese di aprile.
Promosso dal Comune di Modena in collaborazione con l’associazione Casa delle donne contro la violenza, il Centro documentazione donna, l’associazione Carcere città e il Consorzio Modena a tavola, il progetto si è classificato ai primi posti del bando promosso dal dipartimento alle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri rivolto alla prevenzione e al contrasto alla violenza alle donne nell’ambito del quale ha ottenuto un finanziamento di 73 mila euro.
Le attività, che coinvolgeranno a rotazione le donne detenute a Sant’Anna, attualmente una trentina di diverse nazionalità, sono state presentate questa mattina, martedì 19 marzo, con una conferenza stampa all’interno del carcere alla quale hanno partecipato l’assessora alle Pari opportunità Irene Guadagnini, la direttrice del carcere Federica Dallari, Vittorina Maestroni del Centro documentazione donna, Paola Cigarini, dell’associazione Carcere città, Paola Santoro, della Casa delle donne contro la violenza, Ermanno Casari e Stefano Corghi del consorzio Modena a tavola.
Il cibo è un linguaggio comune e un argomento che tocca trasversalmente tutte le culture e le nazionalità, da qui la scelta di metterlo al centro di un progetto che ha un duplice obiettivo: da un lato, creare le condizioni per una migliore integrazione delle donne detenute e migliorare la loro capacità comunicativa, dall’altro acquisire nuove abilità e competenze tecniche che possano costituire un valido supporto nella fase di reinserimento sociale delle detenute e diventare il punto di partenza per modificare il proprio percorso di vita.
Il percorso, che proseguirà per tutto il 2019, prevede due incontri ogni settimana, uno più pratico, dedicato alla formazione sulle tecniche di cucina tenuto dagli chef di Modena a tavola, e l’altro più teorico che tratta i temi della salute, del rispetto del proprio corpo, delle relazioni interculturali e che sarà tenuto dalle operatrici delle associazioni femminili. Tra le attività in programma anche animazione teatrale e la realizzazione di un libro di ricette per nazionalità.
Il corso di cucina proposto da Modena a tavola ha l’obiettivo principale di fornire le competenze di base sulle diverse professionalità che possono operare in una cucina oltre agli insegnamenti fondamentali, propedeutici a una successiva formazione professionale. Divisi in piccoli gruppi, le partecipanti lavoreranno nella cucina del carcere con materiali e prodotti portati dai docenti. Al termine di ogni lezione monotematica (la carne, il pesce, l’orto, la pasticceria ma anche l’utilizzo degli scarti, l’igiene in cucina, il servizio del vino e delle bevande), i piatti preparati verranno consumati insieme.