La nuova sede unitaria di Confcooperative nazionale, situata nel cuore del centro storico di Roma, “parla” anche bolognese.
La Cooperativa Edile Appennino (CEA), che ha sede a Calderara di Reno (Bo), ha infatti realizzato i lavori di manutenzione straordinaria del Palazzo della Cooperazione di via Torino a Roma e la riqualificazione del limitrofo edificio di fine Ottocento, recentemente acquistato. Il quartier generale di Confcooperative, formato ora da questi due immobili, ospita l’intera forza lavoro dell’Associazione, nonché le società di servizi e gli uffici di rappresentanza, per un totale di circa 150 collaboratori.
Costituita a Monghidoro (Bo) nel 1982 ed oggi attiva con oltre 400 dipendenti e un fatturato superiore ai 65 milioni di euro, CEA è stata affiancata nel progetto di recupero e rigenerazione edilizia della sede nazionale di Confcooperative, da un’altra importante realtà bolognese come L’Operosa Impianti, società specializzata in impiantistica ed energia rinnovabile e collegata alla cooperativa L’Operosa.
L’intervento è stato svolto secondo i più moderni criteri di sostenibilità, per assicurare un elevato benessere ambientale, con piena integrazione del verde e massimo sfruttamento dell’illuminazione naturale.
Sono poi stati adottati impianti avanzati sotto il profilo tecnologico per ridurre i costi di gestione e le emissioni di CO2, garantendo il miglior confort possibile con una buona qualità dell’aria, un appropriato livello acustico e un buon controllo di temperatura e umidità.
“Questo intervento – sottolinea Giuseppe Salomoni, presidente della Cooperativa Edile Appennino – riveste una grande importanza sia sotto il profilo tecnico che dal punto di vista politico. CEA e L’Operosa Impianti hanno vinto la gara promossa da Confcooperative, aggiudicandosi un appalto piuttosto impegnativo anche per gli aspetti logistici e per i tempi estremamente ristretti richiesti dal committente”.
“Grazie alla pluriennale esperienza – prosegue Salomoni – abbiamo potuto raccogliere e vincere la sfida ripagando così la fiducia ottenuta dall’Organizzazione nazionale, che ha riconosciuto la presenza, all’interno del proprio sistema, di due eccellenze operanti nel campo dell’edilizia e dell’impiantistica”.
Il fabbricato ottocentesco completamente ristrutturato, si sviluppa su cinque piani fuori terra interamente dedicati ad uffici a cui si aggiungono un attico di rappresentanza con oltre 300 metri quadri ed ampi spazi commerciali indipendenti a piano terra.
“La riqualificazione dell’immobile – sottolinea Stefano Margotti dell’Ufficio Tecnico di CEA – ha interessato una superficie di 3.000 metri quadrati con l’utilizzo di materiali pregiati quali il marmo verde Guatemala e il marmo bianco di Carrara”. La facciata esterna, che si sviluppa su oltre 2.000 metri quadrati, è stata completamente ripristinata e tinteggiata con prodotti naturali; gli infissi esterni in legno sono stati sostituiti mantenendo la stessa tipologia di materiale nel rispetto delle normative di risparmio energetico e delle indicazioni della soprintendenza.
“Complessivamente – conclude Margotti – nella riqualificazione dell’edificio sono stati utilizzati 15.000 chili di canali in lamiera per la ventilazione, oltre 3.000 chili di tubazioni in acciaio per la distribuzione dell’acqua e più di 2.000 metri di tubazioni in rame per l’impianto di condizionamento. Per la realizzazione dell’impianto elettrico, infine, sono stati impiegati 40 chilometri di cavo dati, 8 chilometri di cavi per la distribuzione della forza motrice e della luce, quasi 1.000 metri di strip led per illuminazione”.