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Coldiretti: mafia, un business da 24,5 mld euro a tavola (+12,4%)

“Il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno, una crescita che sembra non risentire della stagnazione dell’economia italiana e internazionale, immune alle tensioni sul commercio mondiale e alle barriere circolazione delle merci e dei capitali.” E’ quanto ha affermato il presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari, in occasione della visita in città della Commissione Parlamentare Antimafia.

I dati sono stati presentati nel corso dell’incontro con gli Ordini professionali e le Associazioni di categoria promosso da Unimore al quale il Presidente Borsari ha presenziato con il Direttore Giovanni Duò e che è stato l’occasione per la consegna del sesto Rapporto Agromafie 2018 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare, l’osservatorio promosso da Coldiretti e sostenuto anche dalla Camera di Commercio di Modena.

“Le agromafie sono diventate molto più complesse e raffinate e non vanno più combattute solo a livello militare e di polizia ma vanno contrastate a tutti i livelli – ha commentato Borsari: dalla produzione alla distribuzione fino agli uffici dei colletti bianchi dove transitano i capitali da ripulire, garantendo al tempo stesso la sicurezza della salute dei consumatori troppo spesso messa a rischio da truffe e inganni solo per ragioni speculative.”

“Anche l’eccessiva burocratizzazione – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Modena, Duò – favorisce la poca trasparenza e può facilitare fenomeni distorti e malavitosi. E’ necessario quindi adottare quei processi di semplificazione, possibili anche attraverso i Centri di Assistenza Agricola che, secondo il principio di sussidiarietà, mentre alleggeriscono l’impegno dell’ente pubblico snelliscono il carico burocratico delle aziende a favore delle competitività”.

Le agromafie costituiscono una rete criminale che si incrocia perfettamente con la filiera del cibo, dalla sua produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, con tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse di organizzazioni che via via abbandonano l’abito “militare” per vestire il “doppiopetto” e il “colletto bianco”, riuscendo così a scoprire e meglio gestire i vantaggi della globalizzazione, delle nuove tecnologie, dell’economia e della finanza tanto che ormai si può parlare ragionevolmente di mafia 3.0. I poteri criminali si “annidano” nel percorso che frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta. Il risultato sono la moltiplicazione dei prezzi, che per l’ortofrutta arrivano a triplicare dal campo alla tavola, i pesanti danni di immagine per il Made in Italy in Italia e all’estero e i rischi per la salute con 399 allarmi alimentari, più di uno al giorno nel 2018 in Italia, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del Sistema di allerta rapido dell’Unione europea RASFF. Senza trascurare le conseguenze sull’ambiente con le discariche abusive e le illegalità nella gestione dei rifiuti che fanno registrare oltre 30mila ecoreati all’anno in Italia.

Nel 2018 si è confermata anche l’impennata di fenomeni criminali con furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti e animali con un ritorno dell’abigeato con veri e propri raid organizzati a livelli quasi militari strettamente connessi con la macellazione clandestina. A tutto questo – osserva il Rapporto Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – si aggiungono racket, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione nelle campagne.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare – ha concluso Borsari. L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti”.

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Nella foto: il Presidente di Coldiretti Modena, Borsari (a sinistra), e il Direttore Duò (a destra), consegnano al Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, il Sesto Rapporto Agromafie 2018 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare.

 

















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