All’anagrafe disoccupato, di fatto imprenditore di stupefacenti specializzato nel ramo della marijuana e dell’hascisc, come accertato in maniera inconfutabile dalle indagini condotte dai carabinieri di Gattatico, i quali lo hanno arrestato nell’ambito di una mirata indagine antidroga.
Per non essere beccato adottava alcune precauzioni: cambiava continuamente i luoghi di consegna, per non dare nell’occhio prediligeva incontrare i clienti sia all’interno che all’esterno di locali pubblici, provvedendo anche a curare consegne nel proprio domicilio.
Nessuno sapeva la sua vera identità: per tutti era il “Puma”, nome di battaglia che aveva dato ai suoi clienti, unitamente all’utenza cellulare dove doveva essere contattato per la compravendita.
Il Tribunale di Reggio Emilia, accogliendo le richieste avanzate dalla Dott.ssa Maria Rita Pantani, sostituto presso la Procura reggiana, concorde con le risultanze investigative dei carabinieri, ha emesso a carico dell’uomo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ieri mattina è stata eseguita dai militari di Gattatico.
In manette con l’accusa di spaccio di stupefacenti aggravato dalla continuazione del reato e dalla cessione anche a minori è finito un 49enne reggiano residente a Quattro Castella, ristretto in carcere a disposizione della competete Autorità Giudiziaria.
L’indagine ha preso il via alla fine del mese di ottobre dello scorso anno, quando i carabinieri hanno appreso che un uomo di Quattro Castella, conosciuto negli ambienti appunto come “Puma”, era dedito allo spaccio di droga nell’area della val d’Enza.
Individuato il sospetto, i militari sono risaliti all’utenza utilizzata per i contatti con i suoi clienti, dopodiché questi ultimi, anche minori, sono stati tutti sentiti dai carabinieri.
Tali attività hanno permesso di ricostruire una proficua attività di spaccio, compiuta a favore di decine di reggiani che hanno dichiarato di aver comprato da lui in plurime occasioni, clienti che poi lo hanno anche riconosciuto in un’apposita seduta d’individuazione fotografica.
Sono state ricostruite in questo modo centinaia di cessioni di stupefacenti fatte nell’ultimo quinquennio per un business stimato in svariate decine di migliaia di euro.