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Il tour di Cristiano De André fa tappa all’EuropAuditorium di Bologna

Foto: Riccardo Medana

Storia di un impiegato è l’imperdibile tour di Cristiano De André, che farà tappa al Teatro EuropAuditorium di Bologna il 6 maggio, ispirato al celebre concept album di Faber che tornerà così a smuovere le coscienze a 50 anni dalle rivolte sociali del 1968.

Una serie di concerti nei quali lo storico disco, arrangiato come una vera e propria opera rock, sarà affiancato da altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e da altre perle, come “Il pescatore”, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, sarà piena di sorprese, dai visual alle luci.

Cristiano De André sul palco è accompagnato da Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin, Davide Devito e Riccardo Di Paola. Il tour è prodotto e organizzato da Intersuoni Srl, divisione Booking & Management Unit.

Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, ha attinto dall’immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un concept album sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore. “Storia di un impiegato” racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. Il Sessantotto non fu tanto una rivoluzione politica, quanto sociale e culturale: anni di “lotta dura, senza paura”, come recitava uno dei tanti slogan, ma anche uno spartiacque tra passato e futuro.

L’artista ha ardentemente voluto portare in scena quest’opera nel 50esimo anniversario del ’68, un disco che mette in discussione le basi su cui si fonda il potere. Arrangiare “Storia di un impiegato” ha significato per Cristiano De André riportare in auge i figli della rivoluzione pacifista: l’utopia, l’anarchia, il Sogno, da una parte, il Potere, la paura, l’inabissamento delle qualità individuali a discapito delle esigenze globali, dall’altra. Come recita il testo di “Nella mia ora di libertà”: Certo bisogna farne di strada/da una ginnastica d’obbedienza/fino ad un gesto molto più umano/che ti dia il senso della violenza/però bisogna farne altrettanta/per diventare così coglioni/da non riuscire più a capire/che non ci sono poteri buoni.

Cristiano De André e Stefano Melone (alla produzione artistica) hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni del disco, un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia, dall’iniziale clima di sfida dettato dall’introduzione sui giorni del Maggio francese sino al fallito attentato e al carcere.

Racconta Cristiano De André «Dopo che avevo arrangiato l’ultimo concerto del 1998, Fabrizio mi chiese di portare avanti il suo messaggio e la sua memoria. Mi è parsa una bella cosa proseguire il suo lavoro caratterizzando l’eredità artistica con nuovi arrangiamenti, che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Con questo tour voglio risvegliare le coscienze, mio padre diceva che noi cantanti portiamo un messaggio e in questo non posso che appoggiarlo».

«Io sono il bombarolo che dorme dentro me, io sono l’esaltazione del parossismo e delle sue declinazioni. Io sono inferno, purgatorio e poche volte paradiso, io sono tutto questo adesso, nel duemila diciotto, tra poltrone e soliti livori, occhi che non dormono ma dormi-vegliano. Io sono un impiegato e per questo sono il terrorista di me stesso» scrive la giovane poetessa Ottavia Pojaghi Bettoni, a proposito della messa in scena di questo live.

«Storia di un impiegato è un’opera adatta per capire i sogni di chi credeva in un mondo migliore, di coloro che non si accontentavano di un lavoro qualsiasi solo per sbarcare il lunario. Un disco che anticipa i tempi perché mette in discussione le basi su cui si fonda il potere»analizza lo scrittore Alfredo Franchini.

Per informazioni: 051.372540 –  051.6375199  –  info@teatroeuropa.it

















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