Il presidente di Confagricoltura Bologna, Guglielmo Garagnani, lancia un appello al mondo politico perché si faccia carico, in tempi rapidi, di una situazione divenuta insostenibile: «I recenti cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e stanno avendo pesanti ripercussioni sulle produzioni agricole; oramai si susseguono ogni anno siccità, alluvioni, gelate, grandinate, ecc. La normativa vigente per accedere, in caso di calamità, ai contributi e agli sgravi fiscali previsti dal Fondo di Solidarietà Nazionale (D.lgs. n. 82/2008), non è più al passo coi tempi. Infatti – prosegue il presidente di Confagricoltura Bologna – oltre ad una lunga e tortuosa serie di passaggi burocratici, attualmente viene richiesta una conditio sine qua non, ossia che la perdita dichiarata dall’azienda sia almeno pari al 30% della produzione lorda vendibile».
I margini di guadagno di un’azienda agricola si sono nettamente ridotti; raggiungono al massimo, quando va bene, il 10% della produzione lorda vendibile (cioè del fatturato). Ad esempio, 1 ettaro di grano produce un fatturato di 1.500/2.000 euro (al prezzo di 20 €/quintale e con una resa di 80 quintali a ettaro). Le piogge di questi giorni comporteranno una perdita stimata del 10-15% circa, e cioè 8/12 quintali di prodotto, a fronte di spese che restano costanti. Quindi un ammanco pari a 160-240 euro all’ettaro, che è addirittura di più del guadagno che oggi ci si può aspettare. Basta, quindi, uno dei tanti eventi calamitosi assai frequenti nel periodo, per togliere alle aziende quel modesto margine di guadagno che consente non solo di mantenere le proprie famiglie ma anche di continuare l’attività.
«Occorre rivedere quanto prima le modalità di intervento pubblico a sostegno del settore agricolo in caso di calamità, settore già fin troppo flagellato anche da problemi di altra natura», conclude il presidente Garagnani.