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Lo Statuto dei Lavoratori 49 anni dopo, Cgil: “occorre una nuova Carta dei diritti universali del lavoro”

La Cgil di Modena celebra i 49 anni dello Statuto dei Lavoratori con una campagna di sensibilizzazione che prevede la diffusione di volantini in tutti i luoghi di lavoro e le sedi sindacali per celebrare questo anniversario e per chiedere contestualmente l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla Carta dei diritti universali del lavoro che la Cgil ha sostenuto con una raccolta firme nel 2016.

Il 20 maggio di 49 anni fa veniva approvata la legge 300/1970, lo Statuto dei Lavoratori: la Costituzione varcava finalmente i cancelli e le porte dei luoghi di lavoro in Italia.
Ricordare quello straordinario risultato che ha permesso finalmente ai lavoratori e alle lavoratrici di non essere più soli di fronte al datore di lavoro, introducendo tutele fondamentali in materia di licenziamenti, procedimenti disciplinari, controlli a distanza, diritti sindacali, vuole anche dire riflettere sul presente, sul mondo del lavoro oggi.
Lo Statuto, figlio delle dure lotte sindacali degli anni precedenti, ha cambiato il mondo del lavoro, ha modificato i rapporti di forza ed ha introdotto delle regole chiare che hanno permesso ai lavoratori di aumentare il livello delle loro tutele.

Negli ultimi anni, invece, è stato proprio lo stesso Statuto, individuato come vincolo alla crescita dell’economia italiana e dell’occupazione, a diventare bersaglio di un attacco politico trasversale, nel tentativo di smantellarlo pezzo per pezzo.
Hanno raccontato che senza l’articolo 18 sarebbe stato più facile assumere, hanno raccontato che rendendo più “flessibile” il sistema di tutela dei lavoratori, gli investimenti sarebbero aumentati e le imprese avrebbero incrementato la loro produttività. Oggi, possiamo ribadire con forza che era tutto falso. L’occupazione stagna, è aumentata la precarietà, gli investimenti restano al palo e la qualità del lavoro è peggiorata.
Lo Statuto venne approvato in Parlamento da uno schieramento politico bipartisan, oggi purtroppo siamo costretti a constatare che in Parlamento quello stesso schieramento bipartisan lo si abbia contro lo Statuto, a favore di un’idea di lavoro dove il lavoratore torna ad essere l’anello debole.

In numerose realtà quello che è stato tolto lo abbiamo riconquistato con determinazione attraverso la contrattazione collettiva, unico vero strumento per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone, e come Cgil Modena continueremo a farlo: ma non basta.
Per questo chiediamo con forza che venga approvata la proposta della Cgil, supportata da milioni di firme ed ancora depositata in Parlamento, di una Carta dei Diritti Universali del Lavoro che prevede uguali diritti indipendentemente dalle forme contrattuali e metta al centro la persona, che elimini le discriminazioni di reddito, di diritti e di tutele che ancora esistono nel mondo del lavoro.

















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