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Due anni dopo lo tsunami da Modena un nuovo progetto in Sri Lanka

A due anni di distanza dal maremoto che provocò oltre 230 mila vittime nell’area dell’Oceano Indiano, Modena mette in campo un nuovo progetto di ricostruzione in Sri Lanka, dove già nei mesi scorsi sono stati realizzati importanti interventi grazie anche alle risorse raccolte attraverso sottoscrizioni pubbliche.

La Provincia di Modena è capofila di un importante progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea, che ha l’obbiettivo di ricostruire una parte delle delle abitazioni distrutte dallo tsunami, con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. Soggetto realizzatore è Overseas, la onlus di Spilamberto già impegnata in interventi di ricostruzione in Sri Lanka.

Il progetto, che ha un costo complessivo di 800 mila euro, partirà con la fase realizzativa agli inizi del 2007: il contratto con la Commissione Europea per la concessione del finanziamento è stato sottoscritto, e nei prossimi giorni è atteso l’arrivo della prima tranche di fondi con cui dare avvio ai lavori.

“All’indomani di quella grande tragedia che è stato lo tsunami – spiega il presidente della Provincia Emilio Sabattini – la Provincia ha messo in campo alcuni interventi di emergenza in Sri Lanka, finanziati anche con il contributo dei cittadini modenesi. Ora siamo pronti a fare un altro passo, ancora più significativo perché ha l’obbiettivo di dare prospettive per il futuro alle popolazioni di quella zona. Oltre alla costruzione di case – aggiunge Sabattini – questo nuovo progetto mette infatti in campo una serie di attività in campo ambientale in grado di generare reddito, ed azioni di sostegno alla popolazione femminile”.

L’intervento verrà realizzato a Kalmunai, nella costa est dello Sri Lanka, una delle zone maggiormente colpite dal maremoto del 26 dicembre 2004.
Su una popolazione totale di 70.500 abitanti, hanno perso la vita circa 5000 persone (il 16 per cento delle vittime a livello nazionale). L’entità del danno ai beni immobili è la più rilevante a scala nazionale con 13.400 case distrutte o danneggiate su un totale di 15.100. Alcuni insediamenti sono stati completamente rasi al suolo senza lasciare traccia della loro esistenza. L’onda anomala ha danneggiato edifici e proprietà distanti fino a 500 metri dalla linea di costa. Anche nove scuole e tredici edifici religiosi sono stati distrutti. A due anni dal maremoto la situazione non è migliorata di molto. Gli aiuti stanno arrivando con il contagocce, sia a causa della collocazione geografica della città sia a causa della sua situazione politica e sociale.

Qui verranno ricostruite 60 abitazioni, con un’attenzione particolare all’esigenza di ridurre l’impatto delle principali fonti di inquinamento rappresentate da acque di scarico e rifiuti. Verranno quindi realizzate fosse settiche e impianti di fitodepurazione e un centro di smistamento dei rifiuti, promuovendo nel contempo la produzione di compostaggio come attività in grado di generare reddito. Nell’area costiera sono poi previste attività di piantumazione di piante e arbusti, mentre nei terreni adiacenti le case verranno realizzati piccoli orti. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di due centri per attività di formazione rivolte alla popolazione femminile.

“Subito dopo lo tsunami – ricorda Marcello Viani, capoprogetto Overseas per lo Sri Lanka – abbiamo preso contatto con l’associazione locale Hopes per la realizzazione di alcune case e di un centro comunitario nel Distretto di Kalutara Durante un viaggio in loco abbiamo messo in relazione Overseas con U.N.Habitat, un programma delle Nazione Unite, e la cooperazione italiana. Con questi partners – conclude Viani – si è dato vita ad una buona collaborazione nella città di Kalmunai e, successivamente, grazie all’incoraggiamento della Provincia di Modena, è stato ideato il progetto europeo che arriva oggi ai nastri di partenza”.

















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