Non sarà la cooperativa “Le Macchine celibi” a gestire i servizi bibliotecari di Modena. Lo ha stabilito il Comune escludendo, dopo gli approfondimenti richiesti, l’offerta della società bolognese perché ritenuta “anomala e non rispondente alle prescrizioni del capitolato”. Dalle verifiche successive alla proposta di aggiudicazione, infatti, è emerso che l’offerta, la peggiore rispetto alle valutazioni sulla qualità ma che sarebbe risultata vincitrice in virtù di un ribasso economico del 14 per cento (370 mila euro nel triennio), “non applica correttamente la clausola sociale disattendendo le prescrizioni del disciplinare di gara e le linee guida n. 13 emanate in materia dall’Anac (l’Autorità nazionale anticorruzione), determinando un notevole pregiudizio ai diritti dei lavoratori”.
Inoltre, il Comune, avvalendosi anche di una consulenza in materia giuslavoristica, ha valutato che l’offerta presentata da “Le Macchine celibi” sia fondata su “previsioni di costo eccessivamente ridotte, tali da non garantire l’interesse pubblico a che il servizio venga affidato a fronte di un’offerta che rispetti le previsioni del capitolato, le modalità previste dall’offerta tecnica e la tutela dei lavoratori impiegati nell’appalto”.
“La precedente Amministrazione comunale ha fatto bene a chiedere chiarimenti per approfondire la questione – commenta l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi – e ora insieme ai tecnici abbiamo valutato gli elementi a nostra disposizione e abbiamo preso una decisione che tutela la dignità del lavoro e la qualità del servizio. Non basta, infatti, impegnarsi a riassumere tutti i dipendenti, bisogna anche rispettarne i diritti e offrire garanzie a tutela dell’interesse pubblico”.
A questo punto si procederà con lo scorrimento della graduatoria e si andranno a verificare i requisiti della seconda classificata, la cooperativa “Open Group” che ottenne un punteggio complessivo di 77,23 (rispetto ai 78,10 punti di “Le Macchine Celibi”) risultando prima nell’offerta tecnica (64,30 punti rispetto ai 48,10 di “Le Macchine Celibi”) e solo terza su quella economica con un ribasso del 2,60 per cento. La gara infatti si sviluppava con la procedura a offerta economicamente più vantaggiosa assegnando un massimo di 70 punti per la qualità progettuale e 30 punti per la componente economica.
La base di gara era di due milioni e 640 mila euro per l’affidamento per 36 mesi (880 mila euro all’anno, con possibile rinnovo per altri 24 mesi) dei servizi bibliotecari per le biblioteche comunali di Modena e per il Polo bibliotecario modenese Sbn dove con l’attuale gestore sono impegnate 35 persone (32 delle quali con contratto a tempo indeterminato).
In attesa di completare la verifica dei requisiti rispetto alla nuova proposta di aggiudicazione rimane in vigore la proroga dell’attuale gestione decisa in maggio per consentire gli approfondimenti sull’offerta di “Le Macchine Celibi”.
CLAUSOLA SOCIALE OK, MA SENZA SCATTI
I principali elementi alla base della decisione del Comune di Modena sono relativi agli aspetti dettagliati nelle risposte ai chiarimenti richiesti a “Le Macchine Celibi” che evidenziano come l’offerta economica sia assorbita quasi interamente dal costo del lavoro con importi estremamente ridotti per le altre voci di costo (11.500 euro in tre anni per le attrezzature, 3.600 per gli oneri per la sicurezza, 11.500 euro per i costi generali) e margini economici esigui (30 mila euro di utile d’impresa) rispetto alla corposità e all’articolazione del servizio che viene appaltato.
Pur dichiarando la volontà di assumere tutto il personale a tempo indeterminato dell’attuale gestore e di farlo rispettando il contratto nazionale di lavoro, si prevede un risparmio sul costo del lavoro giustificato con un trattamento economico fortemente ridotto rispetto al calcolo della base d’asta non considerando, in particolare, l’anzianità di servizio e contando sull’azzeramento dei costi Irap. Una questione che contribuisce a determinare l’anomalia dell’offerta in quanto, secondo l’approfondimento giuslavoristico richiesto dal Comune, “rende fondata la pretesa dei lavoratori di vedersi riconosciuta dall’appaltatore subentrante l’anzianità di servizio maturata e questa, una volta accolta, renderebbe insostenibile il rispetto delle condizioni economiche oggi rappresentate da Le Macchine Celibi, le quali presuppongono appunto il mancato riconoscimento dell’anzianità maturata”.
I punti per i quali l’offerta presentata e le successive giustificazioni non successive giustificazioni non superano gli elementi di criticità che la rendono complessivamente inaffidabile sono quindi tre: il mancato riconoscimento della anzianità maturata dai singoli lavoratori assunti per effetto della clausola sociale, l’assenza di sostanziali elementi di discontinuità organizzativa e gestionale nell’avvicendamento tra i soggetti appaltatori (con un alto rischio di vertenze rispetto alla probabile configurabilità di un trasferimento di ramo aziendale), un piano economico con un margine ridottissimo dal quale dipende “la impossibilità di far fronte ad eventuali sopravvenienze negative conseguenti all’accoglimento delle azioni in giudizio”.