Nei giorni scorsi sono apparsi sulla stampa locale notizie relative all’incidenza dei vari fattori nel produrre inquinamento da polveri sottili in atmosfera, inclusa una indagine, proveniente dalla città tedesca di Acquisgarana. In proposito, il Comune di Modena ritiene doveroso e più utile fare riferimento ai dati ARPA ed al Rapporto annuale sulla qualità dell’aria che questo Comune rende pubblico da anni.
Partendo dai dati sulla realtà modenese (dove non sono presenti centrali termoelettriche) è opportuno ribadire che, a differenza di molte altre città, la elevatissima metanizzazione dell’industria e del residenziale perseguita nel Comune di Modena permette di limitare in valore assoluto l’inquinamento da polveri; tale inquinamento è così associato in maniera largamente maggioritaria all’utilizzo dei combustibili liquidi, notoriamente i maggiori produttori di particolato. Nella città di Modena (vedi tabella allegata), pertanto, il contributo dei diversi fattori all’inquinamento da polveri si distribuisce come segue: 71% come contributo del traffico, 22% come contributo dell’industria e 7% come contributo del riscaldamento. In tale conteggio il riscaldamento condominale è valutato pesare per meno dello 0.8%; di questa quota solo una piccolissima parte è ancora alimentata a gasolio (peraltro più costoso del metano) per cui l’eventuale ed auspicabile miglioramento collegato alla metanizzazione di queste centrali termiche risulterebbe comunque estremamente piccolo. Anche l’industria e l’artigianato consumano gasolio, ma in quantità sempre nettamente minoritaria rispetto al gas metano. In questo caso la scelta delle aziende deriva da un fattore economico (ad es. l’olio combustibile è particolarmente inquinante ma nettamente meno costoso del gas metano).
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