Dal 1972, vale a dire da quasi mezzo secolo, in Italia le lezioni per la patente, sia per i corsi teorici che per le scuole guida, non erano soggette ad iva in quanto parificate alle spese di formazione. Da una settimana, per la precisione dal due settembre, in conseguenza ad un chiarimento dell’Agenzia delle Entrate, non più: queste spese ora saranno soggette ad un’iva del 22% che, per i consumatori, significherà un aumento di almeno 200 euro per il conseguimento della patente B.
“Ci sarebbe da discutere sul fatto che il conseguimento della patente rientri o no tra le spese di formazione: quante richieste di lavoro oggi richiedono il possesso della patente, se non di un’auto? Praticamente tutte”, commenta Franco Spaggiari, responsabile dell’Unione Servizi della Comunità della Cna di Modena.
Ma c’è di più: questo pronunciamento dell’Agenzia delle Entrate, prevederebbe una retroattività di cinque anni. “In altre parole – continua Spaggiari – le autoscuole dovrebbero andare a bussare alla porta di chi ha frequentato corsi dal 2 settembre 2014 ad oggi per chiedere il rimborso dell’iva. Non si sa bene in base a quale meccanismo coercitivo. Una richiesta che sarebbe comica, se non fosse paradossale”.
Chi ha già ha già conseguito la patente può stare tranquillo: “alle imprese non passa certo per la testa di andare a chiedere l’iva a chi ha già pagato per questo servizio in passato. Ovviamente, da oggi in poi, non si potrà fare diversamente che applicare questa imposta, ma ci stiamo già muovendo per ottenere una sanatoria per gli anni dal 2014 al 2019, oltre che per avere quanto meno accesso ad un’aliquota più bassa per il futuro, in modo da arginare il più possibile le conseguenze economiche che questa decisione potrebbe determinare per i cittadini. Per questo solleciteremo i parlamentari modenesi ad interessarsi della vicenda”.