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Dipendenze patologiche: nuovo accordo tra Regione Emilia-Romagna e Coordinamento degli Enti no profit

Migliorare la qualità dei servizi residenziali e offrire percorsi di assistenza individualizzati e innovativi alle persone con problemi di abuso e dipendenza patologica da alcol, droghe e gioco d’azzardo, a partire dai più giovani.

È l’obiettivo condiviso nel nuovo accordo triennale (2019-2021)siglato questa mattina in viale Aldo Moro da Regione e Coordinamento degli Entiausiliari dell’Emilia-Romagna,firmataril’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e il presidente del Cea ER, Matteo Iori.

Il documento,approvato nelle scorse settimane dalla Giunta regionale, costituisce il quadro di riferimento in base al quale le Aziende sanitarie del territorio e le strutture private accreditate che aderiscono al Cea dell’Emilia-Romagna dovranno regolamentare, tramite successivi accordi contrattuali locali, i loro rapporti. Si tratta di una realtà che in regione conta 65 strutture sanitarie no profit, per un totale di 1.500 posti; circa 2.500 i pazienti annualmente inviati daiServizi per le dipendenze patologiche delle Aziende Usl,quasi la metàdei quali provenienti da percorsi di dipendenza da eroina.

Con la firma del nuovo accordo, che segue il precedente del 2013, si rafforza dunque il sistema di collaborazione tra pubblico e privato della sanità emiliano-romagnola per coprire in modo sempre più soddisfacente il fabbisogno di assistenza dei pazienti affetti da dipendenze patologiche, soprattutto da sostanze stupefacenti.

“Un esempio di collaborazione e integrazione non competitiva tra pubblico e privato- commenta il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- che consente al nostro sistema sanitario di affrontare con maggiori strumenti un’emergenza sociale come la dipendenza patologica e l’abuso di sostanze, per rispondere in modo sempre più qualificato ai bisogni delle persone che ne sono vittime e delle loro famiglie. Guardiamo soprattutto ai più giovani, e lo facciamo investendo su programmi innovativi di prevenzione, su progetti educativi e di socializzazione che possano aiutarli a progettare in modo sano il proprio percorso di vita”.

“Questo provvedimento, che va a ridefinire fino al 2021 gli impegni comuni già assunti nella precedente intesa e che hanno prodotto ottimi risultati, è coerente con la politica che come Regione portiamo avanti da tempo nell’ambito della dipendenza patologica- sottolinea l’assessore Sergio Venturi-. Riteniamo sia importante che la collaborazione tra tutti i soggetti impegnati nel settore, del pubblico e del privato sociale, prosegua e si rafforzi, con l’obiettivo preciso di incentrare sempre più l’assistenza sui bisogni delle persone”.

“Onorati di sottoscrivere questo importante accordo, che dimostra l’attenzione della Regione Emilia-Romagna e la grande sinergia che si è creata in questi anni – dichiara il presidente del Coordinamento enti ausiliari Emilia-Romagna, Matteo Iori-. Il tema delle dipendenze patologiche richiede un’attenzione costante che non consente di abbassare mai la guardia. Come Coordinamento degli enti ausiliari dell’Emilia-Romagna, chiediamo alla Regione di esprimere il massimo impegno per mantenere questa tematica al centro delle politiche sociali e sanitarie dei prossimi anni”.

Le novità introdotte dall’accordo
Tra le novità introdotte, un protocollo per la prevenzione di overdose nei percorsi residenziali. L’intervento per la riduzione del danno consiste nella consegna ai pazienti in uscita dalle Comunità del Naloxone, un efficace farmaco salvavita da utilizzare, in caso di ricaduta nell’abuso di stupefacenti, durante episodi di overdose da oppiacei.

Altri interventi innovativi richiamati nell’accordo riguardano la promozione della salute e la prevenzione dei rischi provocati dalle dipendenze patologiche anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie. Inoltre, si guarda a coloro che hanno problemi di dipendenza ma non seguono programmi di trattamento, cercando di coinvolgerli con modalità che facilitino l’accesso ai servizi.L’intesa punta infine a rafforzare gli interventi in situazioni di crisi ed emergenza.

É invece demandata agli accordi contrattuali locali tre Ausl e strutture la definizione delle tipologie e volumi di attività in relazione al budget disponibile.

L’impegno della Regione per la prevenzione e la cura delle dipendenze
Sulla prevenzione e la cura delle dipendenze la Regione Emilia-Romagna ha definito politiche da sempre coerenti con la Strategia dell’Unione europea, la cosiddetta “strategia dei 4 pilastri” che prevede interventi di repressione, prevenzione, cura e riduzione del danno.  L’obiettivo è quello di tutelare e rafforzare il benessere della società e dell’individuo, salvaguardare la salute pubblica, offrire un elevato livello di sicurezza per la popolazione e adottare un approccio equilibrato, integrato e fondato su dati nei confronti del fenomeno della droga.

Oltre agli interventi di prevenzione e promozione di stili di vita sani (molti dei quali sono inseriti nel Piano regionale prevenzione) e ai servizi di cura, l’Emilia-Romagna ha sempre posto grande attenzione alla riduzione del danno – come la prevenzione della mortalità e la riduzione dell’incidenza di malattie infettive – con attività che si svolgono all’interno dei servizi sanitari, nelle strutture a bassa soglia d’accesso e in strada e sono gestiti in collaborazione con il Terzo settore.

I dati della dipendenza in Emilia-Romagna
Nel 2018 sono state 32.628,in lieve in aumento rispetto al 2017 (31.922), le persone assistite dalle Ausl dell’Emilia-Romagna per problemi di abuso e dipendenza patologica. Nel 59% dei casi si tratta di dipendenza da sostanze illegali; l’eroina è ancora la causa principale di dipendenza, ma aumenta l’uso di cocaina, che tra i nuovi pazienti è il primo tipo di droga assunta. La restante parte degli utenti accede ai servizi per le Dipendenze patologiche per problemi legati all’alcol (33%), al tabacco (4%), al gioco d’azzardo (4%).

















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