Appena tre giorni fa l’ultima operazione antimafia in Emilia-Romagna. A Rimini, su richiesta della Dda-Direzione distrettuale antimafia, i carabinieri hanno sgominato due clan camorristici ed hanno arrestato dieci persone specializzate in estorsioni, rapine, intestazione fittizia di beni e riciclaggio. Sequestrate società, beni e conti correnti per un valore complessivo di 500mila euro.
“E’ l’ultimo caso di una lunga scia di episodi che , nelle principali città della nostra regione , confermano il quadro di fondo emerso nel processo Aemilia. L’elevata vocazione imprenditoriale del tessuto economico dell’ Emilia Romagna attrae gli interessi delle organizzazioni criminali, sia italiane che straniere. E le loro attività non si limitano al riciclaggio ed al reinvestimento in attività economiche private dei profitti illeciti realizzati, ma anche nei tentativi reiterati di penetrare nella rete degli appalti pubblici in appalto e sub-appalto, attraverso ricercate connivenze con esponenti e funzionari delle amministrazioni locali”: afferma in una nota Tullia Bevilacqua , segretario generale regionale Emilia-Romagna del sindacato confederale Ugl.
Sono state censite – il report è 2° semestre 2018 della Dia-Direzione investigativa antimafia – almeno 17 aziende infiltrate dalla criminalità organizzata in Emilia Romagna. Siamo al 6° posto in Italia, dopo le 4 regioni del Sud ad alta densità mafiosa ( Calabria, Campania, Sicilia, Puglia) e dopo la Lombardia che le mafie hanno eletto (con il Lazio) a regione di ‘spartizione’ per affari illeciti.
“E la presenza delle mafie in Emilia-Romagna si spiega anche attraverso la lettura dei cosiddetti «reati spia», ovvero: attentati, estorsioni, danneggiamenti, incendi, rapine ed anche operazioni finanziarie illecite. Se ne sono contati 8mila nel 2018, ma il vero fenomeno, in aumento nell’ultimo triennio, è sottostimato, visto che non tutti gli imprenditori avvicinati da cosa nostra, camorra , ’ndrangheta e sacra corona unita denunciano e che non sempre attività di riciclaggio o truffe con investimenti di capitali vengono scoperti dalle forze dell’ordine”: aggiunge Tullia Bevilacqua.
Nella poco edificante classifica dei «reati spia» l’ Emilia Romagna si piazza addirittura al 4° posto dopo Lombardia, Campania e Lazio.
Ed elevatissimo il numero (quasi un migliaio) di beni e aziende in Emilia Romagna confiscati e sequestrati alle mafie nei settori del commercio, del turismo, dell’edilizia, delle attività immobiliari e manifatturiere, e agricoltura. Appartamenti, ville, fabbricati industriali, negozi che passano di mano.
“Degli effetti discorsivi di questa presenza criminale nell’economia e nel mercato del lavoro abbiamo più volte discusso, anche per l’incidenza diretta nella lesione dei diritti dei lavoratori e nella diminuzione del costo del lavoro in alcuni comparti. Ma dobbiamo anche aggiungere che è da addebitare alla criminalità , soprattutto quella straniere (cinese, albanese, rumena e nigeriana, soprattutto) il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, lo sfruttamento della manodopera clandestina ed anche lo sfruttamento della prostituzione”: spiega il segretario generale regionale Emilia-Romagna dell’ Ugl.
Per fronteggiare le mafie l’Unione Generale del Lavoro chiede di tenere alta la guardia e rafforzare i presidi delle forze dell’ordine e degli organismi ispettivi e di controllo e in tema di appalti pubblici ribadisce quanto sottoscritto nei tavoli di accordo con Comuni e Province, ovvero: “Fare in modo che si scelga la procedura dell’ aggiudicazione degli appalti con l’offerta economicamente più vantaggiosa, piuttosto che il massimo ribasso. Favorire la costituzione di Centrali Uniche di committenza anziché il proliferare e frammentario ricorso alle stazioni appaltanti”.
“Prescrizioni che si scontrano con una tendenza ancora troppo discrezionale e che vedono ancora un elevato numero di subappalti nei lavori e lacunosità dei piani per la sicurezza nei cantieri o nell’applicazione dei contratti nella manodopera. Il nostro appello , oltre quello che rivolgiamo alle amministrazioni di uniformarsi alle indicazioni Anci e Upi , è che si inserisca questo tema fra le priorità delle forze politiche e delle coalizioni che si sfideranno nelle ormai imminenti elezioni regionali del 26 gennaio 2020”: conclude il segretario generale regionale Emilia-Romagna dell’ Ugl, Tullia Bevilacqua.