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Confesercenti Modena: “Le imprese sono una risorsa irrinunciabile del Paese e per questo vanno maggiormente sostenute”

“Troviamo deludente la mancanza di un impianto complessivo che focalizzi l’attenzione sul mondo economico, vale a dire il principale produttore di ricchezza per il Paese.” È questo in estrema sintesi il primo giudizio sulla manovra finanziaria che esprime Confesercenti Modena.

“È chiaro che siamo di fronte a scelte che sono profondamente condizionate dalla volontà, condivisibile, di evitare l’aumento dell’IVA – spiega Marvj Rosselli, direttore provinciale di Confesercenti Modena – ma ancora una volta sembra prevalere un approccio ispettivo, se non addirittura penalizzante, nei confronti delle imprese, a partire da quelle di minori dimensioni che, peraltro, in Italia rappresentano la netta maggioranza.

In alcuni casi si prediligono scelte che creano una contrapposizione e che, inevitabilmente, sanno tanto di giudizio aprioristico. Moneta elettronica e Pos – ad esempio – devono essere incentivati con agevolazioni, non con sanzioni e minacce. Anche perché sono inutili: tra il 2012 e il 2018, in assenza di sanzioni, il numero di Pos in Italia è cresciuto del 112%; i pagamenti con bancomat del 37% solo negli ultimi due anni. Non sembra, quindi, che l’evasione fiscale sia diminuita in maniera proporzionale. Introdurre delle multe vuol dire solo punire le imprese che hanno difficoltà a sostenere anche il peso delle commissioni su bancomat e carte di credito.

L’evasione si combatte con una congrua web tax e con il collegamento efficace fra le banche dati già esistenti e non con la lotteria dello scontrino e le sanzioni annunciate per chi non riesce a trascrivere il codice fiscale dei clienti, senza contare le difficoltà create dall’incompleta o inefficace copertura di rete. Lo Stato dovrebbe saper utilizzare al meglio tutte le informazioni di cui dispone ampiamente: tra fatturazione elettronica e invio telematico dei corrispettivi, le imprese sono già monitorate h24 dall’Agenzia delle Entrate.”

In generale – conclude Marvj Rosselli – troviamo inadeguato l’approccio verso il mondo dell’imprenditoria del commercio del turismo e dei servizi, per cui c’è troppo poco. Anche Impresa 4.0 è tornata a essere Industria 4.0, dimenticando una buona parte del mondo produttivo. Avremmo preferito, infine, che il taglio del cuneo fosse accompagnato da una detassazione degli aumenti retributivi, che avrebbe rilanciato contrattazione, consumi e lavoro. Facciamo affidamento che il ‘salvo intese’ ci porti qualche provvedimento più vicino alle attese delle PMI.”

















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