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Sequestrate in un esercizio commerciale di Vignola cinque slot machine abusive

Presso un noto e frequentato bar di Vignola, i finanzieri del Comando Provinciale di Modena hanno posto sotto sequestro le macchine da gioco utilizzate, in quanto del tutto illegali anche per la totale sconnessione alla rete gestita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha partecipato all’operazione. L’attività in questione, riconducibile al controllo economico-finanziario del territorio quotidianamente esperito dalla Guardia di Finanza, è stata portata a termine all’esito delle propedeutiche indagini a contrasto del gioco illegale ed a presidio delle disposizioni contemplate dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

Proprio per la sensibilità insita dello specifico comparto, le investigazioni del caso hanno consentito di individuare cinque apparecchi non omologati, idonei a moltiplicare il rischio ludopatico verso soggetti che, in concreto, non avrebbero mai soddisfatto l’intrinseca aspettativa di vincita ovvero di recupero delle somme giocate. A ciò si aggiunga che il titolare dell’esercizio, un cittadino di nazionalità cinese, è risultato sprovvisto delle prescritte e necessarie autorizzazioni per l’attività di gioco della specie, esercitata in totale dispregio degli adempimenti fiscali di prelievo (cd. PREU).

Nello specifico, i militari della Tenenza di Vignola, dopo il sequestro amministrativo delle macchine, hanno proceduto ad elevare le conseguenti sanzioni previste dalla legge che, nella circostanza, possono arrivare fino ad un massimo di € 315.000. L’anzidetta azione, condotta anche grazie all’ausilio ed alla collaborazione del personale ispettivo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli della Sezione operativa territoriale di Parma, assume rilevanza in ragione della potenzialità offensiva correlata proprio al numero degli anzidetti apparecchi illegali ed alla sottostante capacità di gioco illegale. Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati, da un canto, alla ricostruzione della filiera di provenienza dei componenti degli apparecchi oggetto di sequestro, dall’altro, alla quantificazione dei volumi di gioco che, inevitabilmente, hanno generato indebiti guadagni anche in danno all’erario.

















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