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L’Università di Bologna partecipa a 38 nuovi progetti Erasmus+

Un modello europeo per la certificazione, con strumenti multimediali, delle competenze di lingua latina; supporto agli insegnanti per identificare segni di autismo in età prelinguistica e migliorare le capacità di apprendimento dei bambini; una nuova idea di mobilità internazionale per gli studenti universitari che integra il periodo di studio all’estero con un’esperienza di Service Learning (un modello di apprendimento esperienziale che prevede l’impegno attivo nelle comunità). Sono i temi su cui si focalizzano alcuni dei 38 progetti Erasmus+ a cui partecipa l’Università di Bologna approvati quest’anno dalla Commissione Europea. Un risultato che si somma al recente finanziamento del progetto 1EUROPE presentato dal European University Alliance UNA Europa, di cui l’Alma Mater fa parte, per dare vita ad un vero e proprio campus universitario europeo con corsi congiunti e opportunità di mobilità internazionale.

I progetti – presentati questa mattina al Senato Accademico dell’Alma Mater – coinvolgono atenei di tutta Europa (e oltre), scuole, centri di formazione professionale, imprese pubbliche e istituzioni private. Oltre alla mobilità studentesca per cui è principalmente conosciuto, il programma europeo Erasmus+ finanzia infatti molte altre attività, sempre attraverso la collaborazione internazionale: lo sviluppo di nuovi corsi di studio, l’innovazione didattica, l’analisi dei sistemi di istruzione superiore e la promozione dell’università europea nel mondo.

I 38 progetti finanziati per il 2019 che vedono la partecipazione dell’Università di Bologna spaziano su un gran numero di ambiti. Dalla creazione di un nuovo Centro di Eccellenza Jean Monnet dedicato al mercato digitale unico europeo per le piccole e medie imprese e per i consumatori, ad un nuovo progetto Jean Monnet dedicato alla diplomazia e “paradiplomazia” tra Europa e America Latina; dall’ideazione di una nuova laurea magistrale in Green Energy Market and Finance che coinvolge sei atenei e sette aziende europee, alla nascita di corsi innovativi per l’insegnamento interdisciplinare delle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica).

E ci sarà spazio anche per lo sport – con un progetto per la promozione di attività fisica destinata a persone con protesi totale di ginocchio o di anca – e per il capacity building, le attività di condivisione di buone pratiche per lo sviluppo delle università di tutto il mondo, con progetti che coinvolgono Albania, Bielorussia, Nepal, Sri Lanka, Indonesia, Laos, Pakistan, Sudafrica.

















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