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Compravendita di auto usate senza dichiarare un euro: il caso smascherato dalla Polizia locale di Modena

All’amministrazione modenese deve attualmente 65mila euro per sanzioni elevate dalla Polizia locale e non pagate nell’arco di due anni; se continuerà a ignorare i solleciti il conto diventerà ancora più salato e si procederà con la riscossione coattiva. Ma il debito con il Fisco, a cui non ha dichiarato un euro di reddito, nonostante un’intensa attività di compravendita di auto usate, potrebbe essere anche maggiore. Protagonista una donna e il compagno entrambi di nazionalità rumena.

La frode fiscale è emersa grazie al lavoro del Nucleo antievasione tributi della Polizia municipale di Modena che ha già segnalato la coppia all’Agenzia delle Entrate per la mancanza della dichiarazione dei redditi.

Infatti, nonostante ai due – prima a lei e recentemente a lui – sia riconducibile un’attività di commercio di auto usate che in quattro anni li ha portati a gestire centinaia di veicoli, nessuna dichiarazione è mai stata presentata al fisco.

Le verifiche sono partite nei primi mesi dell’anno quando gli operatori della Polizia locale di Modena hanno fermato un Fiat Ducato e sanzionato il conducente, residente a Sassuolo, perché non aveva al seguito la carta di circolazione del mezzo che risultava intestato ad una signora residente in provincia di Bologna.

Il verbale da 42 euro ha dato il via a tutta una serie di verifiche da cui emerge che il furgone è stato poi cancellato d’ufficio dal Pubblico Registro Automobilistico per intestazione fittizia del veicolo. È anche emerso che la proprietaria del Ducato, nell’arco di pochi anni, cioè dal 2015 al 2018, è stata intestataria di ben 212 veicoli, di cui 29 ancora di sua proprietà. Inoltre, dal 24 ottobre 2017 al 2 settembre 2019 a suo nome sono stati emessi dalla Polizia Locale di Modena ben 175 verbali in violazione alle norme del Codice della strada, tutti non pagati per un importo complessivo che ora si aggira sui 65mila euro.

Approfondendo la situazione, il Nucleo antievasione ha accertato che la donna nel 2015 aveva aperto una partita Iva per commercio di autovetture e autoveicoli leggeri, poi cessata a dicembre 2018, senza però mai presentare alcuna dichiarazione dei redditi. Da inizio 2019 le è subentrato il convivente, anch’egli rumeno, che avrebbe avviato un’attività di commercio di autovetture e di autoveicoli leggeri allo stesso indirizzo dell’impresa della compagna, facendo di fatto da prestanome all’attività della donna che pensava evidentemente di cancellare le irregolarità fiscali con la chiusura della partita Iva. Ma per loro non è finita come speravano e anche l’uomo è stato segnalato dalla Municipale all’Agenzia delle Entrate come soggetto interponente nei confronti della compagna.

















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