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Oggi in Regione il punto sulle politiche destinate alla ‘terza età’

Salute, casa, stili e qualità della vita, intesa come benessere fisico, sociale e ambientale degli anziani. Dell’impegno della Regione Emilia-Romagna e del Terzo settore per sostenere questa fascia di popolazione si è discusso oggi in viale Aldo Moro,nel corso della settima Conferenza del Piano d’azione regionale per la popolazione anziana (Par), che è stata aperta dal sottosegretario alla presidenza Giammaria Manghi e chiusa dal presidente Stefano Bonaccini.Dal ‘Rapporto sociale anziani’ elaborato dalla Regione e presentato nel corso del convegno emerge che gli over 65enni residenti in Emilia-Romagna all’1 gennaio 2019 superano il milione e rappresentano quindi il 23,9% della popolazione, percentuale che potrebbe salire al 30% nei prossimi 15 anni; di questi, oltre 360mila – i cosiddetti grandi anziani- hanno più di ottant’anni.

A questa platea di cittadini si rivolge il Piano d’azione regionale per la popolazione anziana, che mette insieme programmi e interventi specifici a cui lavorano, oltre alle istituzioni, le organizzazioni sindacali e del terzo settore. Avviato nel 2004, è stato concepito come uno strumento d’approccio intersettoriale, per pianificare le politiche pubbliche e del privato sociale a favore della terza età.

“Contro l’idea della vecchiaia come situazione di emergenza e problematicità- ha affermato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- abbiamo sostenuto una nuova prospettiva: l’invecchiamento come una naturale fase della vita che rappresenta anche una conquista e una risorsa.  Per questo abbiamo sostenuto specifici interventi di prevenzione, assistenza e promozione della ‘buona salute’ destinati alle persone anziane. Solo per citarne alcuni, il potenziamento delle case della salute, la telemedicina, e tutta la rete dei servizi di assistenza che finanziamo con il Fondo regionale per la non autosufficienza: quasi 450 milioni di euro nel 2019, il più alto del Paese. Poi gli interventi finanziati per il miglioramento delle condizioni abitative delle persone anziane e disabili, penso in particolare all’abbattimento delle barriere architettoniche e all’installazione degli ascensori, ma anche ai fondi per l’affitto”.

“Questa la nostra risposta concreta- ha concluso il presidente- ai bisogni di una fascia consistente di cittadini, peraltro in crescita, ai quali dobbiamo attenzione e riconoscenza”.

“A distanza di poco più di un decennio- ha ricordato Manghi- il Par è ormai diventato un modello operativo di riferimento di una ‘società per tutte le età’, rispettosa degli anziani di oggi e di domani, che riconosce dignità e diritti di cittadinanza a tutti gli individui senza discriminazioni, e a ciascun individuo lungo tutto l’arco della vita, con il coinvolgimento dei diversi settori della programmazione regionale interpellati dal processo di invecchiamento. Questo ha reso possibile alcune precise scelte strategiche che hanno orientato la discussione e la realizzazione degli interventi della Giunta regionale aprendo i lavori della settima Conferenza sul Par, il Piano di azione regionale per gli anziani”.

Gli anziani in Emilia-Romagna
Esaminando i dati contenuti nel ‘Rapporto sociale’ sul milione di anziani residenti in regione le province con la maggior incidenza sono Ferrara (27,9%), Ravenna (25,3%), Piacenza (24,8%), Bologna (24,4%) e Forli-Cesena (24,3), seguono Parma (23,2%), Rimini (22,8%), Modena (22,7%) e Reggio Emilia (21,5%), la più giovane. Prevale la componente femminile, che rappresenta il 56,6% dei residenti over 65enni e il 62,3% dei grandi anziani; la presenza di persone anziane nelle famiglie è di oltre una su tre (38%) e più di una famiglia su quattro (26%) è composta interamente da anziani.

















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