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Pubblicati dai Distretti socio sanitari i criteri per richiedere il contributo regionale per l’affitto

ittI Distretti socio sanitari dell’Emilia-Romagna hanno pubblicato i criteri necessari per la richiesta del contributo regionale per l’affitto. I cittadini residenti in un Comune della nostra regione, con un regolare contratto d’affitto di una abitazione privata (sono esclusi dal contributo gli alloggi di residenza pubblica), potranno fare domanda allegando la dichiarazione ISEE 2020 e copia delle ricevute di affitto pagate nel corso del 2019. Il contributo potrà riguardare, a seconda delle norme stabilite nei singoli bandi, da un minimo di due fino ad un massimo di sei mensilità per un contributo che potrà arrivare al massimo a 3 mila euro.

La maggioranza dei distretti ha individuato la possibilità di erogare due, tre o quattro mensilità privilegiando quindi una platea ampia di beneficiari che potranno ricevere contributi di circa 1.000, 1.500 o 2.000 euro. Sulla base di questi criteri potranno ricevere un contributo almeno 8 mila nuclei familiari. Per 25 distretti la scadenza per presentare la domanda sarà il 28 febbraio 2020, per gli altri 13 distretti in date successive (al massimo entro maggio 2020). La somma necessaria per sostenere i nuclei che riscontrano difficoltà a pagare l’affitto è stata definita dalla giunta regionale guidata da Stefano Bonaccini, dopo l’accordo siglato lo scorso luglio con Cgil-Cisl-Uil e le associazioni del settore, che ha destinato risorse per le politiche sociali alle famiglie per il triennio 2019-2021. Ad ottobre una delibera regionale ha stanziato per il 2019 13.395.520,90 euro. La dotazione di queste risorse è prevista anche per i prossimi due anni, secondo le previsioni di bilancio approvate dalla giunta regionale uscente. Si tratta di una misura economica e sociale rilevante (la legge finanziaria del 2019 ha stanziato solo 10 milioni per tutto il territorio nazionale) frutto di un confronto proficuo che ha portato ad individuare una soluzione per i nuclei famigliari colpiti dalla crisi o con redditi da lavoro o da pensione molto bassi (tra i 3.000 e 17.154 euro annui di ISEE).

















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