Sono due gli spettacoli in programma al teatro di via Buon Pastore domenica 26 gennaio (alle 18 e alle 19,30). In scena due giovani artiste modenesi: Giulia Spattini in Her-on (sul passaggio dalla età giovane all’età adulta) e Marianna Miozzo danzatrice e coreografa in LITOST- the otherness (nato dopo un soggiorno in Palestina).
Her-on
domenica 26 gennaio, ore 18:00, con Giulia Spattini e Alessandro Pallecchi –
coregia Spattini/Pallecchi/Balletto Civile
L’inizio di qualcosa avviene sempre dopo la morte di qualcos’altro. Un monolocale poco arredato, con i confini accennati come da un gesso su una lavagna, una ragazza rovista indaffarata nei ricordi di sé. Un dialogo solitario tra quello che siamo e quello che potremmo diventare, una lotta alla scoperta della forma nuova. Heron è un’indagine sul momento di passaggio per diventare adulti, ma anche su tutti i momenti della vita in cui siamo cambiati. Heron è l’animale guida, l’airone dal becco giallo che libero segna la via. E’ l’avvertimento che il tempo di cambiare è arrivato, Heron è qualcosa a cui tendere. Diventare adulti è una sfida che accomuna tutti gli uomini, una missione solitaria in cui ci ritroviamo disarmati. L’airone indica la via ma spetta a noi trovare il coraggio di percorrerla.
LITOST – the otherness
domenica 26 gennaio, ore 19:30, idea, danza e coreografia Marianna Miozzo –
testo e drammaturgia Gabriele Dalla Barba
Il muro è l’oggetto archetipico che rappresenta la volontà di evitare il confronto con l’alterità e allo stesso tempo porta sempre con se le possibilità diametralmente opposte, di essere abbattuto, scavalcato, di custodire messaggi scritti, in sostanza di compiere degli atti che rendano possibile un incontro. Nel percorso concettuale dell’autrice il muro è ciò che esprime il paradosso insito nell’ordine delle cose, la metafora dello scarto, della distanza esistente tra due esseri umani, due popoli, tra il corpo e la parola, l’immagine e la materia.