Dazi sulle esportazioni, italian sounding, nuova PAC, carenza di infrastrutture adeguate e sensibile evoluzione dei consumi: sono queste le dinamiche che la filiera agroalimentare deve attrezzarsi ad affrontare se vuole salvaguardare competitività sul mercato interno e sviluppo del made in Italy all’estero. Se ne è parlato ieri alla Cantina Albinea Canali di Reggio Emilia in occasione dell’Assemblea Territoriale Legacoop Agroalimentare che ha coinvolto le cooperative aderenti a Legacoop Emilia Ovest (Reggio Emilia, Parma e Piacenza), Legacoop Estense (Modena e Ferrara) e Legacoop Bologna. Su questi territori operano eccellenze nazionali, e in alcuni casi internazionali, come Cantine Riunite & CIV, Granterre-Parmareggio e Grandi Salumifici Italiani – oggi unite nel Gruppo Bonterre -, Granarolo, Progeo.
Complessivamente, alle tre associazioni territoriali aderiscono 99 imprese cooperative, che sviluppano un fatturato di 5 miliardi e mezzo di euro (+7,7% sul 2016) e occupano 11.573 addetti (in crescita del 2,6% sul 2016).
All’assemblea sono intervenuti, fra gli altri, l’onorevole Antonella Incerti, componente Commissione Agricoltura della Camera, l’Assessore all’agricoltura caccia e pesca della Regione Emilia Romagna Simona Caselli, il Presidente di Legacoop Agroalimentare Giovanni Luppi, la Direttrice Generale Sara Guidelli e il Presidente di Legacoop Agroalimentare Nord Italia Cristian Maretti. A condurre, Mauro Menozzi, Franco Michelini, Tiziano Tassoni, rispettivamente responsabili di settore di Emilia Ovest, Estense, Bologna.
“La cooperazione agricola – ha dichiarato Giovanni Luppi – si trova di fronte a cambiamenti e sfide importanti: sostenibilità economica sociale e ambientale, dimensione d’impresa, competitività globale. Se nel complesso il bilancio 2019 delle nostre imprese cooperative è di segno positivo, non c’è dubbio che alcune filiere stiano già scontando gli effetti di dinamiche commerciali internazionali come i dazi USA e la Brexit. In questo senso le politiche di aggregazione, sia a livello di imprese sia sul piano associativo, possono davvero rivelarsi strategiche: il riferimento dell’agricoltura italiana è la PAC Europea, non certo il territorio provinciale o regionale, e solo con una “massa critica” adeguata l’Italia potrà accreditarsi con la necessaria forza al tavolo europeo che determinerà le misure della Politica Agricola Comunitaria per il periodo 2020-2027.”
“L’agroalimentare affronta complessità crescenti” – aggiunge Edwin Ferrari, presidente Legacoop Emilia Ovest – “Oltre ai fenomeni ciclici, si aggiunge la preoccupazione per la congiuntura dei mercati e delle politiche internazionali. Le dimensioni di impresa in questo contesto possono diventare discriminanti. L’Emilia Occidentale vanta una tradizione cooperativa agroalimentare importante, è un settore in salute in grado si esprimere un maggiore protagonismo che passa attraverso strategie condivise”.
Al termine dei lavori, sono stati nominati gli 88 delegati alle Assemblee distrettuale e nazionale in programma tra febbraio e marzo.