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Più sicurezza sul lavoro: l’ok del Consiglio comunale di Modena

Promuovere iniziative di formazione e momenti informativi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro per diminuire gli infortuni mortali e le malattie professionali. Lo chiede l’ordine del giorno presentato in Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 5 marzo, da Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) che invita a coinvolgere negli appuntamenti lavoratori e studenti. La mozione, sottoscritta anche da Pd, Modena Civica e Verdi, è stata approvata col voto a favore anche di Lega Modena e Movimento 5 stelle. Astensione per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia.

Nel documento si spiega che “gli infortuni mortali e invalidanti, le malattie professionali e lo stress da lavoro sono aumentati negli anni nonostante lo sviluppo di tecnologie e normative sempre più attente alla tutela della salute dei lavoratori”. E che su questo fronte la comunità di Modena “paga un prezzo eccessivo”. L’ordine del giorno sollecita quindi a intervenire con una serie di azioni tra le quali interventi di sensibilizzazione nelle aziende in sinergia con tutti i soggetti interessati, maggiore coinvolgimento delle rappresentanze sindacali e dei lavoratori in momenti di formazione e un confronto all’interno del Tavolo per la crescita intelligente e sostenibile, cogliendo l’occasione per valorizzare le buone pratiche emerse durante le iniziative in corso sulla sicurezza sul lavoro. Allo stesso tempo si suggerisce di valutare l’applicazione della proposta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sull’istituzione di una “patente a punti” per le imprese che attesti l’affidabilità sulla sicurezza e divenga elemento di valutazione nell’attribuzione degli appalti
Nel dibattito il consigliere Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha chiesto, come misura per abbattere il fenomeno, ulteriore ricorso allo “smart working: se calano gli infortuni in itinere si recuperano risorse da investire per i lavoratori. Se si diminuisce la mobilità privata si riduce anche la possibilità di infortunio”. Mentre Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) motivando l’astensione ha detto che il dato sull’elevato numero di infortuni in Emilia-Romagna può derivare dal fatto che è una delle regioni maggiormente industrializzate e con rapporti di lavoro per lo più regolari. In più ha affermato: “Non condivido la patente a punti per il datore di lavoro: serve più collaborazione tra lavoratori e imprenditori, che non sono il lupo cattivo, e dei sindacati”. Federico Trianni (Sinistra per Modena) ha plaudito alle “spese per la sicurezza che sono vantaggiose; investire in sicurezza è un imperativo morale ma è anche conveniente”. Paola Aime (Verdi), discutendo della legge sulla sicurezza in azienda, ha sottolineato che “è stata applicata in modo improprio foraggiando i soggetti deputati ai corsi e costringendo a ore di formazione in posti di lavoro dove i pericoli sono limitati”. Sullo stesso tema Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha aggiunto che “dobbiamo provare a rendere meno burocratica e più concreta l’attuazione delle norme. Invito a cercare di identificare gli incidenti maggiormente frequenti e gli ambiti e concentrare su questi infortuni tutta l’attenzione possibile”. Infine Ferdinando Tripi (Pd) ha messo l’accento sulla necessità di una sensibilizzazione multiculturale: “Spesso gli infortunati sono stranieri. Forse non viene loro spiegata bene la sicurezza o forse, dal punto di vista linguistico, non viene abbastanza capita. In questo compito deve impegnarsi il datore di lavoro”.

















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