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Apicoltori reggiani assediati dai ladri di alveari

I ripetuti furti di alveari: tanti apicoltori reggiani devono fare i conti con questo preoccupante fenomeno, come se non bastassero i nefasti effetti dei cambiamenti climatici e le terribili conseguenze dell’emergenza Covid-19. Dalla zona ceramiche alla Val d’Enza, dalla montagna alla Bassa passando per le frazioni rurali di Reggio, i colpi sono stati messi a segno in tutto il territorio. “La situazione è molto grave. Chiediamo più controlli delle forze dell’ordine e il supporto dei cittadini: segnalino movimenti sospetti”, l’appello di Anna Ganapini (imprenditrice Cia): “Nonostante l’epidemia, proseguiamo il nostro fondamentale lavoro spostandoci in singole unità e nella massima sicurezza. Ma la situazione complessiva è davvero molto dura: è un assedio”. Il danno è anche indiretto, ma pesantissimo, perché la presenza delle api garantisce un ecosistema in equilibrio e l’impollinazione di tante specie vegetali importanti.

“Sono stati numerosi i furti messi a segno nei primi mesi dell’anno – entra nel dettaglio – Tanti apicoltori sono in ginocchio. Il modus operandi dei ladri è sempre lo stesso: entrano in azione di notte – poiché gli alveari si spostano quando le api non volano -, normalmente in zone scarsamente abitate se non isolate da abitazioni o in aperta campagna. Sul posto non lasciano tracce”. Ganapini ricorda che in molti casi le arnie “sono riconoscibili perché marcate a fuoco con acronimo del proprietario e ogni postazione è registrata all’anagrafe apistica nazionale con relativo codice e numero di alveari presenti. Ma questo non scoraggia i malviventi”.

Entra nel dettaglio: “Per la specificità dell’oggetto dei furti (api vive) possiamo dare per assodato che i colpi siano messi a segno da apicoltori criminali: è impossibile che una persona non avvezza al mestiere possa gestire un’operazione simile”. La refurtiva arriva fino a 40 alveari a colpo, segno che i malviventi hanno mezzi adatti per spostare grandi quantità di materiale.

“Il danno per l’apicoltore derubato è ingente – prosegue Ganapini – poiché vengono sottratti i cosiddetti nuclei, sciami destinati alla vendita, e le famiglie destinate alla produzione di miele. Che si aggiungono al valore della produzione stessa che verrà a mancare”.

In conclusione, l’apicoltrice lancia un appello: “Chiediamo più controlli delle forze dell’ordine nelle zone rurali, da tempo assediate da malviventi che rubano di tutto. Ma chiedo anche a chi vive presso degli apiari e alle aziende agricole che ospitano gli alveari sul proprio terreno, di comunicare ai proprietari degli alveari eventuali movimenti sospetti. Sono segnalazioni preziose per cercare di stroncare un fenomeno che sta fortemente penalizzando le attività sul nostro territorio”.

















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