Un nuovo welfare di comunità, universalistico ed equo per una società che cambia ed esprime nuovi
bisogni: per finalizzare questo obiettivo, il Piano sociale e sanitario 2007-09 porta a compimento un sistema integrato di servizi sociali, socio-sanitari e sanitari, radicato nelle comunità locali e nella
regione.
Il testo, ora al confronto con la società regionale prima di approdare in Giunta e poi in Assemblea Legislativa, è stato presentatooggi nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il
presidente della Regione, Vasco Errani, e gli assessori alle Politiche per la salute ed alle Politiche sociali, Giovanni Bissoni ed Anna Maria
Dapporto.
“Noi presentiamo per la prima volta un piano sociale e sanitario fondato sull’integrazione – ha detto il presidente Errani -, che vuole cioè
costruire una rete di servizi nel territorio, nei distretti, dando un ruolo nuovo e forte agli Enti locali ed ai tanti soggetti che operano in questo campo. L’obiettivo è quello di costruire un welfare di comunità, che risponda ai bisogni delle persone puntando alla personalizzazione dell’offerta, alla domiciliarità. E questo lo faremo investendo notevoli risorse: già a partire da quest’anno vi saranno 100 milioni di euro aggiuntivi per le politiche della non autosufficienza. Continueremo così nei prossimi anni perché riteniamo che la coesione sociale, la qualità sociale, rappresentino una caratteristica fondamentale della nostra
regione ed allo stesso tempo un elemento di qualità, anche per la capacità di competere in Italia e nel mondo”.
L’assessore Giovanni Bissoni è quindi entrato nel merito delle innovazioni che saranno apportate dal Piano sociale e sanitario: “Se da un lato – ha detto – si vogliono rendere più espliciti i diritti dei
cittadini, dall’altro si vogliono costruire dei percorsi di presa a carico personalizzati, segnando una scelta chiara di progettualità in ambito locale. Tale percorsi sono spesso non semplici, e implicano una
presa carico per lungo tempo, un coinvolgimento di più professionisti, del sociale, del sanitario, del privato, del volontariato: per fare questo dobbiamo avere la volontà di mettere in discussione il sistema
con cui fino ad oggi abbiamo lavorato, ripensando l’organizzazione dell’assistenza”.
Bissoni si è quindi soffermato sulla scelta del
distretto come punto focale per la gestione delle politiche integrate: “Il distretto è l’ambito ottimale che realizza e sovrintende questa rete di servizi, ed in quest’ambito deve poter essere attivato un percorso di sostegno per il cittadino, da qualsiasi punto del terminale di assistenza”.
In questo panorama, un rilievo fondamentale ha la funzione attribuita agli sportelli sociali, attualmente 32 in regione (arriveranno a 39).
“La funzione degli sportelli è quella di front office – ha detto l’assessore Anna Maria Dapporto -: cioè gli operatori di questi uffici saranno informati su tutti i servizi di cui gli utenti possono usufruire
sul territorio. E trattandosi di un’utenza a volte molto debole e poco informata, si può ben comprendere il ruolo fondamentale rispetto ad una
precisa informazione su tutto quanto esiste sul territorio, dall’Usl ai vari servizi utili a dare una risposta alle necessità ed urgenze richieste”.