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L’impegno dei Cinesi di Bologna nel contrasto alla diffusione del Covid-19

L’associazione culturale italo-cinese di Bologna offre il proprio contributo, per accelerare il debellamento del virus. A Bologna la comunità cinese, riunita in un consorzio sociale e produttivo operoso e radicato nel territorio dal 1971, si sta mobilitando in queste ore per rifornire i tre ospedali della città dell’equipaggiamento medico essenziale per fronteggiare l’epidemia.

I 40 imprenditori che compongono il board dell’associazione culturale cinese in Emilia Romagna, per lo più operanti nei settori dell’abbigliamento e del food, hanno acquistato 4200 mascherine chirurgiche importandole direttamente dalle aziende cinesi del tessile abbigliamento situate nelle zone dell’ex celeste impero estranee al contagio, con lo scopo di approvvigionare gratuitamente i reparti di terapia intensiva degli ospedali Maggiore, Bellaria e Sant’Orsola del capoluogo dell’Emilia Romagna. Finora, l’Associazione Culturale Italo-Cinese in Emilia-Romagna con sede a Bologna ha stanziato quasi 12.000 euro per supportare e finanziare le terapie intensive dei principali ospedali bolognesi ed è in attesa di ricevere dalle aziende produttrici basate in Cina un ingente quantitativo di mascherine chirurgiche del tipo FFP2, FFP3 e FFP1. Inoltre, i membri del board dell’Associazione Italo Cinese basata a Bologna hanno donato mascherine a tutti i supermarket e rivenditori di generi alimentari di Bologna, per rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza igienico-sanitarie previste dai vari DPCM emanati dal Governo Conte negli ultimi giorni.

Zheng Shisheng, Presidente dell’Associazione Culturale Italo Cinese di Bologna, ha dichiarato: “L’Italia è anche casa nostra, è la nostra seconda Patria, anche se spesso siamo stati fraintesi o percepiti negativamente e, recentemente, siamo anche stati additati come bersagli di odio e di aggressioni xenofobe, avvenute verso nostri concittadini onesti e lavoratori. Ci sentiamo, mai come in questo momento, davvero vicini agli italiani falcidiati da un morbo che non ha il passaporto. Abbiamo sempre contribuito allo sviluppo dell’Italia e continueremo a supportare e ad assistere gli Italiani, sperando che questo nostro modello di collaborazione possa essere seguito dagli altri amici cinesi che vivono e operano in tutte le regioni del Bel Paese”.

 

















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