Una applicazione (APP), o meglio una web-APP (link app https://covidguide.health/it/ ), volta al triage dei malati, fruibile quindi da smartphone, tablet e computer, pensata per aiutare i pazienti con COVID-19 o con sintomatologia sospetta ad autogestirsi, garantendo al contempo sicurezza e servizi.
È questo il progetto internazionale “Uniti contro il Coronavirus” che vede coinvolti due dottorandi del XXXV corso di Dottorato in Clinical and Experimental Medicine (CEM) di Unimore, coordinato dal prof. Giuseppe Biagini, il dottor Jacopo Demurtas, tutor la prof.ssa Elena Righi, e il dottor Roberto Tonelli, tutor il prof. Enrico Clini.
Il team internazionale, coordinato da in4medicine/SMASS (Swiss Medical Assessment), Inselspital e Università di Berna (Svizzera), sta implementando una APP per il self triage, molto utile per i “positivi” che trascorrono la quarantena a domicilio e per gli anziani e le persone che vivono questa situazione in condizioni di forzata promiscuità, che consente ai pazienti e ai loro conviventi di monitorare la propria sintomatologia, tramite un’intelligenza artificiale modellata sul chatbot (simulatore di conversazione).
La APP, che assiste il paziente come fosse un medico personale da remoto, è in grado di rilevare i sintomi di allarme e supporta il paziente nel processo decisionale, invitandolo a seguire le indicazioni internazionali OMS e nazionali di condotta e affidandolo, ove opportuno, alle cure dei professionisti.
La APP potrebbe anche essere in grado di geo-localizzare l’utente, fornendo quindi informazioni fondamentali per l’identificazione precoce di nuovi focolai infettivi e garantendo loro ulteriore sicurezza.
“Un aspetto cruciale per la gestione di una epidemia – spiega il prof. Enrico Clini (foto in alto) di Unimore, Direttore della Struttura Complessa di Pneumologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena – è rappresentato dalla identificazione precoce di nuovi casi, tanto più importante nelle fasi di salita della curva. Questo semplice strumento alla potenziale portata di ogni cittadino consente quindi di allarmare il sistema di controllo sanitario (in primis il suo medico di famiglia) e rappresentare al tempo stesso un sistema di controllo per la progressione di sintomi e della malattia, con la possibilità per esempio di avviare verso l’ospedale il paziente solo nel momento più adatto o inevitabile, ovvero garantendo la sicurezza sul decorso pur rimanendo al proprio domicilio”.
Il gruppo italiano di sviluppo è guidato dal dottor Jacopo Demurtas, esperto di triage e consultazione telefonica, già attivo nella progettazione degli scenari del software di supporto decisionale SMASS.
Del gruppo fanno parte tra gli altri, il prof. Pier Luigi Lopalco (epidemiologo, università di Pisa), il prof. Giuseppe Parisi ed il dottor Luca Pasolli (Clinical prediction rules e problem solving rispettivamente Università di Milano Bicocca e Scuola Formazione in Medicina Generale Trento), il dottor Nicola Veronese (geriatra e ricercatore Università di Palermo), il dottor Alberto Vaona (MMG PhD CeM su triage telefonico e consultazione telefonica e medico di continuità assistenziale veronese), e la prof.ssa Ines Testoni (docente di psicologia sociale Università di Padova).
Un’iniziativa del genere per essere efficace deve prevedere il contributo attivo delle persone a cui si rivolge, quindi i pazienti e i loro caregiver. E’ un aspetto dei vantaggi di questa applicazione sottolineata dalla prof.ssa Maria Stella Padula di Unimore, medico di famiglia e docente di medicina generale, che si occupa del progetto EdiCare (https://educare.unimore.it): “Questo progetto, nato grazie alla collaborazione fra Medicina Generale, Università di Montreal e Unimore, ha permesso di realizzare il primo corso di perfezionamento universitario di Metodologie didattiche per l’insegnamento della Medicina, con i pazienti formatori, diretto dalla prof.ssa Fausta Lui. L’iniziativa rappresenta una innovazione diadattica nazionale per l’insegnamento della Medicina con l’integrazione di contenuti complementari da parte di pazienti e dei caregiver, esperti della vita con la malattia”.
La conversione dei testi in un formato fruibile dal paziente è stata affidata perciò alla paziente formatrice Francesca Rossi, presidentessa della Associazione Tandem EduCare, alla psicologa Ines Testoni e al metodologo Luca Ghirotto (AUSL-IRCCS Reggio Emilia).
“Condurre le indagini epidemiologiche è molto complesso – nota il professor Pier Luigi Lopalco dell’Università di Pisa – serve tempo e risorse umane notevolissime se ci si trova in una situazione epidemica. La tecnologia oggi disponibile e alla portata di tutti su smartphone e portatili sicuramente può essere di forte aiuto nella risposta alla pandemia”. “Specie se – aggiunge il dott. Jacopo Demurtas – la app permettesse davvero una prima valutazione precoce dei pazienti, in particolare dei più vulnerabili, come ad esempio i pazienti anziani e i pazienti fragili. Confidiamo, pertanto, che la app possa essere di aiuto per i pazienti ed i loro caregiver e che aiuti anche gli operatori di strutture in grande difficoltà al momento, quali ad esempio le RSA”.
“È un orgoglio e un onore – afferma la prof.ssa Elena Righi, Direttrice della Scuola di specializzazione in igiene e Medicina preventiva di Unimore – vedere giovani ricercatori afferenti ad Unimore partecipare con tale rilievo ad una iniziativa cosi innovativa in grado sicuramente di dare un contributo fondamentale ad una tematica tanto attuale e di prioritario interesse sia nel campo della medicina generale che della sanità pubblica, quale la corretta gestione dei pazienti domiciliari affetti da Covid19”.
“Questa iniziativa vede il nostro Corso di Dottorato coerentemente impegnato anche sul versante della ricerca applicativa, al fine di fornire strumenti che possano essere utili nella vita di tutti i giorni per chiunque ne avesse la necessità – commenta il prof. Giuseppe Biagini, Coordinatore del Corso di Dottorato Clinical and Experimental medicine (CEM) – Medicina Clinica e Sperimentale – e testimonia nuovamente la forte vocazione all’internazionalizzazione che permea la nostra attività di formazione alla ricerca”.
“La risposta all’emergenza Covid19 vede Unimore in prima linea – dichiara il Rettore Carlo Adolfo Porro – grazie a tante iniziative di alto livello dei nostri ricercatori e degli esperti di Sanità Pubblica, e dell’appassionato e competente lavoro dei clinici che operano nelle Aziende Sanitarie. Le nostre città e i nostri territori sono quindi in questo momento al tempo stesso vittime dell’epidemia, ma anche centri vitali di risposta ad essa. In quest’ottica saluto con piacere il lancio del progetto internazionale COVID-GUIDE e mi congratulo con tutto il team di ricerca. Uniti si vincerà nella lotta contro il virus”.
Jacopo Demurtas, origini grossetane (Orbetello), è medico di famiglia e leader della taskforce CONSTANTINE(COvid Neural SelfTriage App– National Telemedicine Interdisciplinary NEtwork). Si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 2010 all’Università di Pisa e sempre a Pisa ha conseguito il Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale nel 2014. Successivamente ha conseguito un Master di secondo livello per l’insegnamento della Medicina di Famiglia nel 2017 a Unimore. Attualmente è dottorando in Clinical and Experimental Medicine presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore. Medico di continuità assistenziale, è insegnante di medicina di famiglia, in particolare consultazione telefonica, triage e telemedicina. I suoi interessi di ricerca sono nel campo delle revisioni sistematiche e meta-analisi, cure palliative, triage telefonico medico, ehealth ed ICT, organizzazione delle cure, didattica. Autore di numerose pubblicazioni nazionali ed internazionali, è uno dei membri del team che supporta lo sviluppo di scenari del software di supporto decisionale SMASS (Swiss Medical Assessment).
ROBERTO TONELLI (a destra)
Roberto Tonelli, origini modenesi, lavora come pneumologo nell’Unità di Terapia Sub-Intensiva Respiratoria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ed è dottorando del Corso di Dottorato in Clinical and Experimental Medicine dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia ha conseguito la Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio presso la stessa Università. Ha svolto periodi di formazione presso il Royal Brompton Hospital di Londra e la University of California San Francisco di San Francisco. La sua attività di ricerca, condotta attraverso modelli clinici e pre-clinici, si concentra sui meccanismi sottostanti l’insufficienza respiratoria acuta ipossiemica e ipercapnica e sulle malattie fibrosanti del polmone.