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Nel cimitero di San Marino area per sepolture islamiche. Misura temporanea causata dai rimpatri bloccati

Il Comune ha individuato nel cimitero di San Marino un’area per la sepoltura di credenti musulmani: lo prevede in via temporanea, «per ragioni di sanità pubblica», un’ordinanza del Sindaco, resa necessaria dall’emergenza internazionale che impedisce l’abituale rimpatrio di defunti islamici.

La decisione è conseguente al fatto che da un lato non esisteva nei cimiteri carpigiani una zona dedicata a questa confessione, pur essendo numerosa la comunità musulmana nel territorio comunale, e che dall’altro la Prefettura ha chiesto nei giorni scorsi ai Sindaci di «valutare ogni utile iniziativa volta al possibile superamento» della situazione, cioè del blocco degli espatri di salme per la chiusura delle frontiere e il fermo totale dei trasporti aerei e marittimi.

Questo blocco comporta infatti il rischio di «un accumulo straordinario di feretri in giacenza negli obitori ospedalieri e nei depositi provvisori, che rappresenterebbero di conseguenza – si legge nell’ordinanza – una problematica di ordine sanitario», a prescindere dalle cause dei decessi.

Il Regolamento di polizia mortuaria, approvato dal Consiglio comunale nel 2013, prevede già la possibilità di destinare settori specifici «a comunità che desiderino tipi di sepoltura diversi da quelle comunemente previsti», ma la revisione in atto del Piano cimiteriale ha «tempi di approvazione non compatibili con l’attuale situazione».

Da qui, e visti anche i decreti governativi, l’urgenza del provvedimento sindacale, il quale «ha carattere temporaneo e comunque fino alla fine dell’emergenza epidemiologica da COVID-19».

L’area idonea, individuata dopo verifica con il Concessionario dei servizi cimiteriali, è riservata alle persone decedute nel territorio comunale o che, ovunque decedute, erano residenti nel Comune al momento della morte.

«La decisione – commenta Tamara Calzolari (foto), assessore a Sanità e immigrazione – pur presa nel momento dell’emergenza, risponde comunque anche un’esigenza emersa da tempo, cioè di dare sepoltura secondo il proprio rito a persone che fanno parte della nostra comunità».

















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