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Violenza contro le donne: Leoni (FI) interroga la Giunta regionale

Secondo i ‘drammatici’ dati resi noti dall’Istat, l’Emilia-Romagna sarebbe in testa alla classifica regionale per i casi di violenza contro le donne ed in particolare in questa regione si verificherebbe il 38,2% dei casi di violenza fisica o sessuale.
Lo afferma in un’interrogazione il consigliere regionale di forza italia Andrea Leoni.

Leoni evidenzia che l’Amministrazione regionale e gli Enti sul territorio hanno da tempo promosso iniziative consistenti ed investito ingenti risorse per la promozione di politiche di genere, per le pari opportunità e contro la violenza sulle donne, attraverso “appositi uffici e centri antiviolenza”, promuovendo indagini conoscitive e ricerche sulla materia e producendo pubblicazioni ed un “cd-rom per un percorso di educazione antiviolenta”.

Leoni chiede quindi alla Giunta regionale come si giustifichi il fatto che, nonostante le politiche “annunciate” dalla Regione contro la violenza sulle donne, l’Emilia-Romagna si trovi al vertice della classifica redatta dall’Istat e se non ritenga che fra le ragioni di questo “grave fenomeno” ci sia “l’inveterata abitudine dell’Amministrazione regionale di non mettere in pratica serie iniziative”, “limitandosi alla politica mediatica degli annunci, dei convegni e delle pubblicazioni”, come accade anche in altri settori, per esempio quello della sicurezza stradale o della sicurezza tout court.

Il consigliere vuole anche sapere se un altro fattore dell’incidenza in questa regione di casi di violenza non sia da far risalire “al nichilismo, alla cultura relativista, lassista e senza alti valori morali ed etici, al permissivismo ed all’impunità che le Amministrazioni, le Istituzioni ed il mondo della cultura di sinistra dell’Emilia-Romagna hanno trasmesso e diffuso soprattutto tra le generazioni post-sessantottine”.

Leoni, infine, vuole sapere quale sia la classifica dei casi di violenza per provincia e per tipologia, quali iniziative, “questa volta concrete”, si intendano mettere in atto per concorrere ad una inversione di tendenza di questo fenomeno, se esista un dato riguardante la violenza sulle donne da parte di immigrati clandestini e non, se la Regione intenda sollecitare il Governo affinché vengano incrementate le pene per gli autori di questi crimini, come si giudichi il fatto che nelle comunità immigrate di religione islamica la stragrande maggioranza delle donne sono di fatto trattate come schiave e come si intenda intervenire in tal senso.

















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