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Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Modena: “riapertura domenicale esercizi commerciali, un errore che si poteva evitare”

Con l’ordinanza regionale di sabato 11 aprile, si è sostanzialmente provveduto a prorogare fino al 3 maggio, tutte le misure restrittive messe in campo per il contenimento del contagio da COVID 19, ripristinando però, le aperture domenicali degli esercizi commerciali limitatamente alla vendita dei beni di prima necessità.

Le organizzazioni sindacali, ritengono questa scelta, “un errore che si sarebbe dovuto e potuto evitare. Fino a quando permane la chiusura totale delle attività produttive, non si ravvisa alcuna necessità di ulteriori aperture commerciali, nonostante non ci sfugga, la concomitanza nelle prossime due settimane, delle due festività del 25 Aprile e del 1 Maggio, per le quali è stato previsto l’obbligo di chiusura”.

“In una fase delicata come quella attuale della lotta al contenimento del contagio da Coronavirus, dove ci si deve preparare ad una ben meditata gestione della“fase 2” – affermano Laura Petrillo, segretario Filcams/Cgil Modena; Alessandro Martignetti, segreteria Fisascat/Cisl Emilia Centrale; Lorenzo Tollari, segretario Uiltucs/Uil Modena e Reggio Emilia – ci pare prematuro lanciare messaggi alla cittadinanza, che possano essere interpretati come un  rilassamento, un allentamento delle restrizioni e delle buone procedure di contenimento del contagio finora messe in atto”.

“Sono ancora oggi, troppe le persone che nonostante le restrizioni, i dovuti proclami e le raccomandazioni, si approcciano ai siti commerciali come ai luoghi di svago dalla quarantena forzata.

A fronte di numerosi controlli sulle strade da parte delle forze dell’ordine infatti, non si registrano purtroppo opportune verifiche agli ingressi e ancor più alle uscite dei punti vendita, dove l’avvento all’approvvigionamento compulsivo dei primi giorni di quarantena, ha lasciato posto all’acquisto minimo, talvolta imbarazzante, utilizzato solo come scusante per l’evasione momentanea dalla reclusione forzata”.

“Il contagio da coronavirus, non si è ancora fermato e riteniamo che abbassare la guardia adesso, rischi di vanificare ciò che finora è stato fatto. Ci preme la salute dei lavoratori dei punti vendita, che come gli operatori sanitari sono esposti a rischi elevati data l’affluenza dei consumatori e ci preoccupa anche la tenuta psicofisica di questi lavoratori, che almeno alla domenica avrebbero il diritto di poter respirare, è il caso di dirlo, a pieni polmoni.

Questa emergenza ci teniamo a sottolinearlo, ha messo in luce una debolezza del sistema economico sociale che va evidentemente rivisto. Auspichiamo quindi, che una volta battuto il nemico invisibile, si possa tornare ad una normalità che sia consapevole degli errori del passato e possa essere ridisegnata, con nuovi modelli organizzativi e stili di vita che vanno assolutamente modificati.

Ci aspettiamo che lo stesso senso di responsabilità dimostrato da questi lavoratori in questi mesi, che non hanno mai arretrato permettendo al paese di rimanere in piedi, venga dimostrato dalle aziende rendendosi disponibili, superata l’emergenza, a sedersi attorno ad un tavolo con tutte le parti sociali per definire un protocollo che possa regolamentare le aperture domenicali e festive, perché se c’è una cosa che non possiamo non avere imparato da questa esperienza, è che un altro modello di società e di consumo non solo si può ma si deve assolutamente perseguire!”, concludono Filcams/Cgil Modena, Fisascat/Cisl Emilia Centrale e Uiltucs/Uil Modena e Reggio Emilia

 

 

















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