Una presenza molto radicata e confermata dai numeri. Dopo 30 anni dalla sua istituzione l’Ingegneria di Modena è una realtà accademica evolutasi e rafforzatasi nel tempo, che attualmente vanta oltre 5.000 studenti, tra cui numerosi anche stranieri, più di 100 professori e ricercatori di ruolo, circondati da altrettanti giovani dottorandi, assegnisti di ricerca e appassionati ricercatori a tempo determinato, e supportati da circa 40 unità di personale tecnico e amministrativo.
Per l’occasione è stato realizzato un sito del trentennale online consultabile all’indirizzo: http://www.30anniingegneriamodena.unimore.it/site/home.html
“Siamo certi – afferma il Direttore DIEF Unimore Prof. Massimo Borghi – che sapremo anche celebrare la nostra storia recente con gioia e giustezza, in attesa di poterci nuovamente incontrare e stringere la mano”.
Il momento particolare, in cui cade la ricorrenza, suggerisce infatti una celebrazione di questo anniversario coerentemente improntata ad un profilo semplice ed essenziale, che punti sui contenuti e che si proponga, soprattutto, di valorizzare al meglio la rete di relazioni intrattenute da quello che oggi è l’erede della tradizione di studi di Ingegneria a Modena: il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, DIEF ormai per molti.
“Il Dipartimento – si è rivolto in un recente messaggio agli studenti, ai colleghi ed al personale il suo Direttore, prof. Massimo Borghi – intende celebrare l’importanza della ricorrenza con la sobrietà che il momento richiede, con iniziative finalizzate soprattutto a rilanciare il rapporto di comunicazione quotidiano tra il Dipartimento e i propri principali interlocutori: studenti, istituzioni, imprese. Intende operare senza chiedere il supporto economico a Istituzioni Pubbliche e Imprese del territorio che si sono sempre dimostrate vicine al Dipartimento. Vogliamo così lasciare che tutte le risorse possibili possano essere dirette laddove oggi sono più necessarie: alle strutture ospedaliere, al mondo della ricerca, alle famiglie, ai giovani e alle imprese in difficoltà”.
Le celebrazioni iniziate il 12 febbraio con un primo, e per ora unico, evento dedicato a “Macchine a fluido, motori a combustione interna, Oleodinamica” sono state successivamente sospese per rispetto alle disposizioni governative e sanitarie impartite in conseguenza della pandemia da Coronavirus.
Ciò nonostante, l’attività del DIEF è proseguita.
In poche settimane, costretti dalla drammatica necessità, grazie allo sforzo congiunto di tutti, si è stati in grado di garantire la didattica a distanza, sono stati laureati nuovi ingegneri e ingegnere, sono state attivate le procedure di lavoro flessibile, e con grande sforzo è stata garantita – con opportune misure di sicurezza – la prosecuzione delle attività di ricerca.
In queste settimane dall’inizio del quarantenato sono stati svolti 230 esami a distanza, tutti gli insegnamenti del secondo semestre sono stati erogati online, in streaming o con videolezioni registrate, e sono stati laureati 241 neo ingegneri e ingegnere nella sessione ordinaria del 7 aprile 2020: 72 Triennali e 169 Magistrali.
Lo sforzo per la sessione di laurea è stato notevole, per l’impegno dei docenti e del personale tecnico amministrativo coinvolto, per un totale di 16 commissioni di laurea attive nel medesimo giorno.
Nella sessione del 7 aprile è stata anche assegnata la prima Laurea Magistrale in “Electronics Engineering” all’ interno di un programma di Doppio Titolo con l’università brasiliana UTFPR (Universidade Tecnologica Federal do Paranà).
Grazie a quest’ultima sessione di laurea, il numero dei laureati e delle laureate dal 1990 è salito alla ragguardevole somma di 10.330.
Nel frattempo, nell’ambito dell’attività di ricerca, la volontà del sistema imprenditoriale locale di avere una scuola di Ingegneria modenese, che trenta anni fa aveva sostenuto il progetto della Facoltà, si è consolidata in una rete di relazioni nazionali ed internazionali che porta il Dipartimento a sottoscrivere contratti di ricerca per più di sei milioni di euro ogni anno, anche attraverso l’attività di servizio offerta da vari Centri Interdipartimentali cresciuti all’interno della Rete Alta Tecnologia Regionale.
Le attività di ricerca fanno capo a:
– 5 centri interdipartimentali: InterMech-MO.RE., AIRI, CRIS, CRICT, e-GEA
InterMech-MO.RE. (www.intermech.unimore.it) è il Centro Interdipartimentale per la Ricerca Applicata e i Servizi alle aziende nel Settore della Meccanica Avanzata e della Motoristica. Il Centro fa parte della Piattaforma Meccanica e Materiali della Rete Alta Tecnologia HTN della Regione Emilia-Romagna (http://htn.aster.it).
AIRI, Artificial Intelligence Research and Innovation Center AIRI (ex Softech-ICT) (www.airi.unimore.it) promuove, coordina e svolge in prima persona attività di ricerca applicata e trasferimento tecnologico nel settore ICT (informatica, elettronica, automatica, telecomunicazioni) e dei relativi modelli organizzativi e di business. AIRI è un Laboratorio della Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna e si propone come riferimento per le imprese o gli Enti Pubblici che desiderano sviluppare o adottare soluzioni ICT avanzate.
CRIS (www.cris.unimore.it) è il Centro di Ricerca Inter-Dipartimentale sulla Sicurezza e sulla Prevenzione dei Rischi. Il tema della sicurezza rappresenta in ambito nazionale e internazionale una sfida che richiede un approccio di tipo globale. La tematica richiede un rilevante impegno ed è, per sua natura, trasversale e multidisciplinare.
CRICT-UNIMORE (www.crict.unimore.it) è il Centro Interdipartimentale di Ricerca e per i servizi nel settore delle Costruzioni e del Territorio dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. CRICT-UNIMORE raccoglie competenze tecniche e scientifiche nell’ambito dell’ingegneria sismica, idraulica e civile e delle scienze geologiche e ambientali a sostegno, in particolare, della ricostruzione post-sisma e post-alluvione del territorio modenese.
e-GEA – Centro Interuniversitario (www.egea.unimore.it) è un centro interuniversitario che fonde competenze e conoscenze interdisciplinari, che traggono origine dal Dipartimento Storia Culture Civiltà (DiSCi) e Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali (BiGeA) dell’Università di Bologna; Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari (DIEF) e Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche (DSCG) dell’Università di Modena e Reggio Emilia; Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica (DICATECh) del Politecnico di Bari. Propone nuove letture del territorio, funzionali alla valorizzazione del territorio stesso, alla promozione storico artistica e delle risorse ambientali mediante la realizzazione di prodotti.
– 40 gruppi di ricerca: 3 operanti nell’area civile e ambientale; 9 nell’area dell’informazione; 28 nell’area della meccanica e dei materiali.
Le suddette attività possono contare sulla presenza di: 45 laboratori di ricerca, ovvero 5 nell’ambito dell’Ingegneria civile e ambientale, 16 nell’ambito dell’Ingegneria dell’Informazione (Elettronica e Informatica), 24 nell’ambito dell’Ingegneria Industriale (Meccanica, Veicolo, Materiali) e su 5 laboratori didattici, di cui uno con sede a Mantova (Laboratorio “Claudio Canali”, Laboratorio Linda, Laboratorio Multimediale, Laboratorio Infomec, Laboratorio Informatico Mantova).
Attualmente il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena ha attivi 30 accordi bilaterali con università straniere di Spagna, Germania, Danimarca, Francia, Ungheria, Olanda, Portogallo, Polonia, Romania, Svezia, Turchia, Regno Unito per lo scambio di studenti che partecipano al bando Erasmus. Fornisce inoltre, da alcuni anni, supporto agli studenti interessati al progetto Vulcanus In Japan (http://www.eu-japan.eu/vulcanus-japan-0), che offre la possibilità di trascorrere un anno in Giappone facendo sia un corso intensivo di lingua sia un tirocinio presso un’importante azienda giapponese.
“In trent’anni – commenta il Rettore Unimore Professor Carlo Adolfo Porro – l’Ingegneria di Modena è cresciuta qualitativamente e quantitativamente, fino a diventare un pilastro dell’Ateneo ed un forte interlocutore per le realtà produttive del territorio negli ambiti della formazione, della ricerca e del trasferimento tecnologico, con eccellenze riconosciute e relazioni con i migliori centri di ricerca nazionali e internazionali. Formulo ai colleghi e alle colleghe, ai giovani che hanno intrapreso la strada della ricerca, e a tutte le studentesse e studenti i migliori auguri per continuare il loro percorso coniugando competenza, passione e qualità, certo che il loro impegno contribuirà ulteriormente allo sviluppo di Unimore e della nostra società.”
UN POCO DI STORIA (1990 – 2020): TRENTA ANNI DI INGEGNERIA A MODENA
La Facoltà di Ingegneria di Modena esordisce come struttura universitaria autonoma nell’Anno Accademico 1990/1991 con un corpo docente di 13 professori e ricercatori e 453 iscritti ai due corsi di laurea del tempo: Ingegneria dei Materiali e Ingegneria Informatica.
In pochi anni, grazie a riforme ministeriali di sicuro impatto, grazie alla spinta di una progressiva crescita del sistema territoriale, e di una chiara strategia dei vertici accademici, la Facoltà di Ingegneria, che nel 2000 si è trasferita nella nuova moderna sede di via Vivarelli ed è diventata nel 2012 Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, è progredita fino a conquistarsi una posizione di centro di riconosciute eccellenze scientifiche e formative, all’interno – nel 2018 – della Scuola di Ingegneria dell’Ateneo, nel tempo trasformatosi, anch’esso, in Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Dalla data di fondazione, dunque, molto è cambiato.
Quelle poche decine di studenti che frequentavano il biennio propedeutico di Ingegneria negli anni Ottanta, ospiti presso le aule dell’allora Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, sono diventati migliaia di iscritti, di cui 1700 nuovi immatricolati ogni anno, distribuiti su 16 corsi di laurea e laurea magistrale, 1 corso di laurea professionalizzante e 2 Corsi di Dottorato di Ricerca (Dottorato in Ingegneria industriale e del territorio “Enzo Ferrari” e in Information and Communication Technologis – ICT) che animano un campus di oltre 140.000m2.