“I prezzi di ortofrutta, latticini e carne sono lievitati per i consumatori ma i guadagni per gli agricoltori reggiani sono in picchiata: comprate italiano e basta speculazioni”. Parole di Antenore Cervi, presidente Cia Reggio, che denuncia come l’emergenza Coronavirus abbia “ulteriormente allargato la forbice dei prezzi dal campo alla tavola. Spero che l’apertura dei mercati agricoli, per cui Cia si è battuta con forza in tutte le sedi istituzionali, possa finalmente riportare un po’ di equilibrio e quindi giustizia”.
“Sono numerose le segnalazioni arrivate dai nostri associati che faticano sempre più a ottenere un giusto riconoscimento economico del proprio lavoro, mentre i consumatori reggiani pagano a peso d’oro quegli stessi prodotti alimentari comprati nei negozi”, entra nel dettaglio. Cervi ha voluto verificare di persona la situazione: “Basta fare un giro tra gli scaffali per farsi un’idea di quanto possono arrivare a costare – ad esempio – asparagi e fragole. Mentre l’inflazione è ferma, gli incrementi per alcuni prodotti arrivano addirittura a doppia cifra. Ma la causa non è da ricercarsi nelle campagne, dove si può addirittura parlare di deflazione”.
Lo tsunami dei rincari non riguarda solo frutta e verdura. Ad esempio, il prezzo del latte fresco sul mercato libero: “Bloccati i consumi per la chiusura di bar e ristoranti, è precipitato di oltre il 19%. Ma non così sugli scaffali. E non solo. È infatti aumentato il consumo di quello Uht d’importazione, mentre non è stato incentivato quello fresco italiano”. In alcune città italiane, sarebbe lievitato anche il costo del Parmigiano Reggiano, mentre “i nostri allevatori subiscono da mesi un continuo calo e sono al limite dei costi di produzione”.
Il fenomeno non risparmia le carni bovine e suine. “Mentre i prezzi all’ingrosso sono in picchiata di oltre il 35% – rimarca -, quelli nei negozi sono addirittura in lieve aumento. E così è per i salumi, in particolare prosciutto crudo e cotto, confezionati in vaschetta”.
Cia ha dato battaglia sui diversi tavoli istituzionali “per ottenere la riapertura dei mercati contadini che si svolgono nelle piazze dei paesi. Ora, con grande soddisfazione, possiamo annunciare di aver raggiunto l’obiettivo. Sabato 9 maggio, ad esempio, ripartirà quello in Piazza Fontanesi. E già questa settimana hanno riaperto in diversi altri comuni. Anche i florovivaisti – che hanno subito gravi danni per la chiusura dei vivai e lo stop alle cerimonie – potranno tenere aperto anche la domenica. Oltre a ridare la possibilità della vendita diretta a tantissimi imprenditori agricoli, avrà l’effetto di ridurre i prezzi nei negozi, che fino a ora hanno rappresentato l’unico canale di approvvigionamento. È una fondamentale boccata d’ossigeno per produttori e consumatori, una sciagura per chi fino ad ora ha speculato economicamente sull’emergenza Coronavirus”.