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80 mila mascherine protettive irregolari sequestrate dal NAS tra Bologna e Rimini

Nell’ambito delle iniziative predisposte dai Carabinieri dei NAS per fronteggiare potenziali illeciti durante l’attuale emergenza sanitaria, una particolare attenzione è stata dedicata ai controlli sulla regolarità delle attività distributive di dispositivi medici e di destinazione d’uso sanitario. Le verifiche svolte dai Carabinieri del NAS di Bologna e dal personale dell’USMAF (Ufficio di Sanità marittima aerea e di frontiera) che fa capo al Ministero della Salute, hanno interessato anche i flussi commerciali di importazione al fine di intercettare articoli e presidi medici introdotti irregolarmente sul territorio nazionale e privi delle caratteristiche di sicurezza, anche approfittando della elevata richiesta di mercato.

I controlli, svolti sulle province dell’Emilia Romagna e sull’Aeroporto di Bologna, hanno consentito, a seguito di intensa collaborazione realizzata tra NAS e USMAF di Bologna, di individuare, presso due depositi logistici dediti alla distribuzione di prodotti farmaceutici e sanitari siti nelle province di Bologna e Rimini, complessivamente circa 80.000 mascherine protettive, interamente importate dalla Repubblica Popolare Cinese, che sono state poste sotto sequestro, il cui valore commerciale ammonta a 200mila euro. Il legale rappresentante dell’azienda è stato deferito in stato di libertà alla competente Procura della Repubblica per frode in commercio e violazione della normativa sui dispositivi di protezione individuale (DPI). Nel medesimo contesto sono state comminate sanzioni per 30.000 euro.

I prodotti sequestrati, destinati ai mercati di Emilia Romagna e regioni limitrofe, che riportavano in etichetta la marcatura CE e le indicazioni relative a dispositivi di protezione individuale di tipo FFP1, FFP2 e KN95, erano stati immessi nel circuito commerciale in assenza di corrette indicazioni al consumatore e delle indicazioni di sicurezza nonchè privi della documentazione attestante le prove tecniche effettuate e la relativa idoneità all’impiego.

















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