ristoraPreoccupazione, ansia, desiderio di ripartire, richiesta di regole certe, applicabili, compatibili con lo svolgimento dell’attività di ristorazione e sostenibili anche dal punto di vista economico. Ma soprattutto tanta determinazione e caparbietà, pur nella consapevolezza che sarà durissimo riaprire, che solo facendo gruppo non ci si sentirà soli e che, comunque, non basterà la buona volontà per risollevarsi e tornare ad accogliere i clienti con l’entusiasmo di sempre. Sono questi i sentimenti, spesso contrastanti, emersi in occasione della giornata promossa dal neonato movimento Ristoratori Emilia-Romagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità che riguardano il settore e avanzare proposte per agevolare e sostenere la ripresa.
Una giornata scandita da sette tappe che si sono snodate da Piacenza a Rimini, passando per Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara. In ognuno dei capoluoghi si è tenuta, circa ogni due ore, una conferenza stampa. I giornalisti hanno incontrato ogni volta un rappresentante locale del movimento: a Piacenza lo chef Emiliano Arcelloni, a Parma Andrea Nizzi, chef, presidente del Consorzio Parma Quality Restaurants, a Reggio Emilia il ristoratore Paolo Croci, rappresentante dei Ristoratori REsponsabili Reggio Emilia, insieme a Federico Riccò, portavoce regionale del Gruppo, a Modena Stefano Corghi, Presidente di Modena a Tavola, a Bologna Carlo Alberto Borsarini, presidente dell’Associazione Tour-Tlen, a Ferrara Silvia Tonioli, presidente Unione Ristoratori Ferrara e, infine, a Rimini, Diego Nanni in rappresentanza dei ristoratori locali.
Ristoratori Emilia-Romagna è un gruppo nato in modo spontaneo poche settimane; oggi può contare sull’adesione e il sostegno di circa ottocento realtà, singoli ristoratori e gruppi già organizzati a livello provinciale, come Parma Quality, OstiNati di Parma, Consorzio Modena a Tavola, Ristoratori Responsabili di Reggio-Emilia, Tour-Tlen di Bologna, Rinascita Pubblici Esercizi e Ristoratori Romagna e Unione Ristoratori Ferrara.
“Nessuna protesta chiassosa o urlata, quanto piuttosto la volontà di far sentire e ascoltare la nostra voce. L’obiettivo è semplice, mettere in rete passione e competenze e farne sintesi, per dare il proprio contributo ai soggetti decisori, nazionali, regionali e locali, affinché possano attingere suggerimenti e valutazioni da chi vedrà ricadere sulla propria pelle le decisioni assunte a livello politico e amministrativo. Questo dialogo è indispensabile per individuare le leve più adatte su cui agire a livello normativo: contributi a fondo perduto, eliminazione di alcune tasse, alleggerimento della burocrazia” spiega Federico Riccò, portavoce del Gruppo Ristoratori Emilia-Romagna.
“Il nostro è un movimento spontaneo, trasversale, totalmente sganciato da correnti di tipo politico. Stiamo agendo su due fronti: da un lato stiamo operando per allargare il numero di consensi e di adesioni al manifesto, dall’altro ci stiamo proponendo agli interlocutori politici per costruire insieme, nel rispetto dei ruoli e della sicurezza sanitaria, percorsi sostenibili per la ripresa dell’attività” prosegue Riccò.
“In entrambi i casi i riscontri sono positivi. Le adesioni sono in costante crescita e stanno arrivando, oltre che da ristoratori, anche da aziende e Consorzi della filiera in cui noi siamo inseriti. Non mancano i sostegni a livello nazionale, a partire dalla prestigiosa associazione “Gli Ambasciatori del Gusto”. Abbiamo inoltre già in calendario una seconda video conferenza con l’Assessore regionale al Turismo e al Commercio Andrea Corsini. Siamo molto contenti dell’attenzione riservataci, ora vediamo cosa emerge” conclude Federico Riccò.
UN MANIFESTO
Uno dei primi risultati è un vero e proprio manifesto che riassume una serie di richieste e proposte, volte a evitare che molti, troppi ristoratori possano essere schiantati dal peso conseguente al prolungato blocco delle attività, oltre ad introdurre e indicare alcune azioni da adottare per rendere operativa e sicura la riapertura. Ventiquattro punti, suddivisi in tre blocchi, che affrontano le diverse problematiche che l’emergenza COVID-19 ha creato nell’intero settore. Si apre con le misure ritenute vitali ed urgenti come la sospensione di leasing e mutui fino al 31.12.2020 e recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura, la proroga della cassa integrazione straordinaria fino al 31.12.2020 per il personale in forza al 23.02.2020 e la richiesta di ottenere un credito d’imposta al 60% dei canoni di locazione riconosciuto al proprietario degli immobili commerciali fino al 31.12.2020 con il rimanente 40% a carico del locatore e misura semplificata (cedolare secca).
Il documento prosegue con indicazioni che riguardano interventi che possono essere adottati dalle amministrazioni locali: in questo caso l’attenzione si concentra, tra l’altro, sulla cancellazione, per l’anno 2020, delle imposte locali (ad esempio TARI, IMU, tasse d’affissione, occupazione suolo pubblico) e tariffario ridotto del 50% per i primi sei mesi del 2021, detrazioni d’imposta per chi fa turismo in Emilia-Romagna, allungamento degli orari di apertura delle attività almeno nel week end.
SOLUZIONI PRATICABILI
Richieste, stimoli, ma anche proposte operative, con simulazioni, messe nero su bianco, per comprendere se sul campo alcune misure sono davvero applicabili, funzionali e sostenibili sul piano economico. Il tutto presentato in un ulteriore documento tecnico di quattro pagine che, ad esempio, fissa alcuni punti sulle modalità di accesso in sicurezza nei locali così come le varie possibili opzioni per i menù: digitali, usa e getta, plastificati, lavagne, tablet…. Un documento che sottolinea lo spirito che anima il gruppo Ristoratori Emilia-Romagna e che punta a porsi come soggetto che mette a disposizione l’esperienza di centinaia di professionisti della ristorazione.