“Il Comune si è limitato ad offrire il proprio sostegno, dopo espressa richiesta da parte della Direzione Didattica Statale di Mirandola, di un contributo finalizzato ad inserire lo stemma della città sui grembiulini delle classi prime”. Questo è quanto tiene a precisare l’Assessore alla Cultura con delega all’Istruzione del Comune di Mirandola Marina Marchi. “Richiesta – aggiunge l’Assessore – al pari di molte altre e di vario tipo che giungono all’Amministrazione comunale. Polemizzare, come sta cercando di fare qualcuno su di un simbolo che mira ad unire più che a divedere, proprio perché suscita il senso di appartenenza ad una comunità e al tempo stesso raccoglie l’identità storica della citta, ci pare quanto meno fuori luogo.”
La richiesta di “…sponsorizzazione stemmi nuova divisa scolastica A. S. 2020-21” – perché di questo si tratta – è arrivata al Sindaco di Mirandola, alla Vice Sindaco e all’Assessore alla Scuola, il 18 maggio scorso. Nella lettera della Direzione Didattica Statale veniva rimarcato il fatto che prima il Consiglio di Circolo il 28 marzo 2020 e poi il Collegio dei docenti il successivo 27 aprile, avevano deliberato di introdurre una nuova divisa scolastica per le classi prime di colore blu recante in risalto lo stemma della Città di Mirandola. “La decisione – tiene ad evidenziare l’Assessore Marchi – è avvenuta all’interno della scuola, sia in Consiglio di Circolo, sia in Collegio Docenti all’unanimità. Il Comune dal canto suo si è limitato ad accogliere la richiesta. E i motivi sono semplici. Dallo stemma si può recuperare la storia della propria città attraverso la sua evoluzione nel tempo, leggendone i simboli. Se il grembiulino rappresenta un elemento di ordine, uniformità e decoro (e quest’anno a maggior ragione, secondo molti medici ha anche un importante ruolo di protezione da virus), lo stemma suscita senso di appartenenza ad una comunità e raccoglie l’identità storica di una città, che deve essere raccontata e spiegata ai bambini affinché conoscano le proprie radici. Lo stemma quindi diventa un simbolo che racconta chi siamo e da dove veniamo.”
Lo stemma e la sua storia. Lo stemma comunale di Mirandola, oggi in uso, è abbastanza antico, documentato fin dalla metà del XVIII secolo, secondo lo Statuto del Comune, raffigura uno scudo con scaglione (V rovesciata) d’oro su campo azzurro. I colori sono quelli di Modena e testimoniano la dominazione estense. In basso lo decorano due rami di alloro e quercia uniti da un nastro tricolore. L’alloro è universalmente un simbolo di nobiltà e virtù. La quercia rappresenta invece la forza, la solidità, l’attaccamento al territorio e il radicamento alle tradizioni. Sovrasta il tutto una corona turrita, simbolo del titolo di città concessoci dall’imperatore Rodolfo II d’Asburgo nel 1597 e ribadito dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1997.
Ma lo stemma di Mirandola non è sempre stato così: Durante i primi 400 anni della sua storia la città ha utilizzato quello della famiglia Pico, i Signori del piccolo stato. Lo stemma originale dei Pico è molto semplice e modesto, uno scudo con scacchiera azzurro-argento.
Lo stemma di oggi è ufficialmente in uso nel Comune dopo l’Unità d’Italia. “Il segno di Mirandola dunque sarebbe oggi un segno unico in Italia, facilmente identificabile e inconfondibile nella sua astrattezza (che richiama quella dei logo o marchi di maggior successo e da tutti riconosciuti), e tale dunque, se debitamente illustrato nelle scuole e alla cittadinanza, da favorire un intenso processo di identità territoriale e appartenenza storica” così scriveva nel 2008 Alessandro Savorelli, in “Considerazioni sul progetto della Bandiera del Comune di Mirandola (a seguito della discussione avvenuta in merito durante il XIV convegno del CISV, Modena, 31 maggio – 1° giugno 2008).”